l'indagine

Indagati per omicidio colposo i poliziotti che hanno catturato i banditi a Grottaglie uccidendone uno

Massimiliano Scagliarini

L'avviso di garanzia notificato dal pm Ciardo in vista dell'autopsia sul cadavere di Mastropietro. All'altro complice Giannattasio accuse di lesioni gravi, tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale per aver sparato durante la cattura

Sono indagati per omicidio colposo i due poliziotti che giovedì 12 giugno hanno catturato i rapinatori fuggiti all’alt dei carabinieri uccidendo uno dei due, il pregiudicato Michele Mastropietro, al termine di un inseguimento con sparatoria in cui è stato fermato il complice Camillo Giannattasio. Mastropietro è l’autore materiale dell’omicidio del brigadiere capo Carlo Legrottaglie.

Ai due agenti cinquantenni dei Falchi in servizio nel commissariato di Grottaglie sono stati notificati avvisi di garanzia firmati dal pm Francesco Ciardo in vista dell’esecuzione dell’autopsia sul cadavere del pregiudicato. A Giannattasio, invece, detenuto nel carcere di Taranto e sottoposto stamattina a udienza di convalida per il porto abusivo di armi, il pm contesta i reati di tentato omicidio e lesioni personali gravi, oltre a resistenza a pubblico ufficiale, per le ferite causate nella sparatoria a uno dei due agenti che lo hanno catturato. Le indagini su quanto avvenuto al momento della cattura di Mastropietro e Giannattasio sono state delegate alla Squadra mobile di Taranto  

Per quello che riguarda i due poliziotti si tratta con ogni probabilità di atto dovuto in vista del conferimento di incarico per l'autopsia previsto martedì 17 giugno. La Procura ha infatti ipotizzato nei loro confronti l’eccesso colposo nell’uso delle armi. Tra le parti offese sono indicati la moglie, i tre fratelli e i tre figli minorenni di Mastropietro, pregiudicato che dopo aver sparato al carabiniere Legrottaglie con una 9x21 si è dato alla fuga, venendo poi ritrovato – già ferito – nelle campagne di Grottaglie dai due poliziotti. Ne è quindi nato un secondo conflitto a fuoco, con decine di colpi scambiati, al termine del quale Mastropietro è stato ucciso.

«Giuridicamente è un atto doveroso finalizzato ad accertare le reali cause e le dinamiche di quanto accaduto», conferma l'avvocato Antonio La Scala di Bari, uno dei legali dei due poliziotti. L’altro difensore è l’avvocato Giorgio Carta di Roma.
«Sotto un profilo umano, da cittadino e non da avvocato - prosegue La Scala -, sono dispiaciuto che due agenti che hanno rischiato la vita in un conflitto a fuoco siano loro adesso ad essere indagati».

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