il processo

Taranto, accusato di estorsioni ai commercianti viene condannato a 6 anni e 7 mesi

ALESSANDRA CANNETIELLO

Il 32enne Salvatore Circelli, a giudizio con rito abbreviato è accusato inoltre di rapina e lesioni personali gravi

È di 6 anni e 7 mesi di reclusione la condanna inflitta al 32enne tarantino Salvatore Circelli finito in carcere con l’accusa di rapina, estorsione tentata e consumata, ma anche di lesioni personali gravi e porto abusivo di armi in luogo pubblico. A emettere sentenza è stato il giudice Francesco Maccagnano che al termine del processo con rito abbreviato ha deciso una pena decisamente più bassa dei 10 anni formulati dalla pubblica accusa. Il magistrato ha inoltre fatto cadere nei confronti dell’uomo la contestazione di porto abusivo di armi in luogo pubblico che era stata formulata dalla procura per la rapina avvenuta nel maggio 2024 e ha deciso di assolvere l’imputato da questa ultima accusa. A carico del tarantino, difeso dagli avvocati Pasquale Corigliano e Giuseppe Romano, ci sono diversi episodi avvenuti nel periodo tra marzo e settembre di un anno fa.

In particolare la rapina, per l’accusa, era avvenuta ai danni di un conoscente al quale l’imputato aveva strappato di mano il borsello con all’interno la somma di 500 euro e sotto la minaccia di una pistola. I difensori dell’uomo hanno spiegato al giudice che in quell’occasione il loro assistito aveva in realtà preteso la restituzione della cifra corrispondente al furto, presunto, di alcune balle di fieno avvenuto all’interno della sua proprietà.

Tra fine aprile e maggio dello scorso anno, inoltre, l’imputato aveva poi obbligato, secondo la procura, un gommista a consegnargli 400 euro arrivando a minacciarlo di morte e costringendolo a restituirgli la cifra spesa per il montaggio di pneumatici che il tarantino riteneva diversi da quelli richiesti.

In un altro caso ancora, l’estorsione si era consumata ai danni di padre e figlio gestori di un’attività di prodotti caseari presso cui il 32enne era impiegato come vigilante. Secondo la ricostruzione fatta dalla vittime in denuncia, Circelli aveva per mesi rivolto minacce di morte ai due uomini e ai loro familiari per costringere, in particolare, il figlio dell’uomo a “prestargli” una cifra che si aggirava tra 30mila e 40mila euro. Non solo. Secondo il pm Raffaele Graziano, l’imputato aveva imposto sempre al figlio del titolare di «concedergli la piena disponibilità sia dei veicoli aziendali sia di quelli del suo nucleo familiari». Richieste continue a cui il padre del ragazzo si è infine opposto quando anche da lui aveva preteso altro denaro e rimediando per questo alcune lesioni per la reazione violenta dell’imputato nei suoi confronti.

Ad accusarlo di estorsione era stato poi il 55enne Alfonso Zizzo, arrestato a luglio dello scorso anno con l’accusa di aver aperto il fuoco proprio contro Circelli, ferendolo: fatti avvenuti a Torricella e per i quali Zizzo, difeso dall’avvocato Luigi Danucci, sta affrontando un processo con rito abbreviato. Durante l’udienza di convalida dell’arresto, il 55enne aveva spiegato di aver conosciuto in carcere Circelli anni prima e di non averlo visto fino ai primi di giugno quando il 32enne si era presentato nella pescheria di proprietà della sua convivente con diverse pretese: prima di un lavoro per un familiare e pochi giorni dopo di denaro. Così, armato di pistola e sotto la minaccia di bruciare l’attività aveva costretto il 55enne a pagare. Richieste accompagnate sempre da minacce ripetute più volte, ma assecondate secondo Zizzo fino a quel giorno quando, durante la lite, ha infine estratto l’arma e aperto il fuoco contro Circelli.

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