elezioni

Provincia di Taranto, nella sfida dei tre sindaci in corsa il nuovo presidente è Gianfranco Palmisano

FABIO VENERE

I candidati erano tre: Ciro D’Alò, sindaco di Grottaglie; Alfredo Longo, sindaco di Maruggio; e Gianfranco Palmisano, sindaco di Martina Franca.

TARANTO - Gianfranco Palmisano (Pd), 37 anni, è il nuovo presidente della Provincia di Taranto. 

Il sindaco di Martina Franca, al termine dello scrutinio conclusosi pochi minuti fa, ha ottenuto il  45,2 per cento dei voti (pari a 53mila 282 consensi ponderati), sconfiggendo il primo cittadino di Grottaglie, Ciro D’Aló ( 21,8 per cento pari a 20mila 901 voti ponderati) civico, ma anch’egli di area progressista, e superando soprattutto il sindaco di Maruggio, Alfredo Longo (32,8 per cento pari a 31mila 346 consensi ponderati), giunto al secondo posto, esponente di Forza Italia e quindi candidato dal centrodestra, presehtatosi unito al voto a differenza del centrosinistra, alla presidenza dell’ente di via Anfiteatro.

“Non sono solo ad affrontare questo nuovo incarico - ha dichiarato il neopresidente della Provincia - ma con me c’è un gruppo di sindaci. Faremo un gioco di squadra, quindi puntando sull’edilizia scolastica, la viabilità e riprendendo, dopo anni, il tema della pianificazione territoriale. Del resto, ora l’Amministrazione provinciale ha risorse finanziarie e più personale per superare queste sfide”.  Poi, gli abbracci dei suoi sostenitori lo travolgono affettuosamente e le sue prime dichiarazioni alla stampa finiscono qui.

Palmisano, che è anche vicesegretario regionale dei Dem oltre ad essere presidente dell’Anci Giovani Puglia, succede codi a Rinaldo Melucci, capo dell’Amministrazione provinciale dal 18 settembre 2022 sino al 21 febbraio 2025, giorno in cui ha dovuto mestamente riconsegnare la fascia azzurra presidenziale avendo perso lo status di sindaco di Taranto.

Non sono state, tuttavia, questo va subito sottolineato, elezioni popolari e quindi non sono state aperte ai cittadini. In base alla Riforma Delrio, varata nel 2014, si parla infatti non a caso di consultazioni di secondo livello, considerato che ad esprimere il voto sono stati i sindaci e i consiglieri comunali dei centri appartenenti alla provincia (in questo caso con la p minuscola).

(nell'ordine da sinistra: Ciro D'alò, Alfredo Longo e Gianfranco Palmisano) 

A questa tornata elettorale, però, non hanno partecipato i rappresentanti di Taranto e Massafra, Municipi entrambi commissariati, che peraltro verranno rinnovati nelle elezioni in programma domenica e lunedì prossimo. Assenze che hanno pesato soprattutto dal punto di vista del meccanismo del voto ponderato, che attribuisce un valore differente a ciascun voto sulla base della popolazione del comune di appartenenza.  In particolare, hanno votato in 401 sui 423 aventi diritto (l’affluenza alle urne è stata di il 95,8 per cento). A proposito delle assenze forzate tra gli elettori-amministratori, il comune capoluogo, Taranto, (tranne oggi) ha sempre garantito tradizionalmente il peso elettorale più alto: ogni voto espresso dal sindaco o da un consigliere comunale tarantino vale ben 1.060 punti e questo ha sempre creato un grande differenza, in alcuni casi un abisso, rispetto ai rappresentanti degli altri comuni ionici. Con la forzata esclusione di questi due centri, dunque, oggi alle urne si sono dunque presentati gli amministratori di 27 comuni, distribuiti in cinque diverse fasce demografiche diverse, ciascuna identificata da un colore di scheda differente e da un peso ponderale specifico.

In particolare, il meccanismo applicato poco fa dagli scrutatori della Provincia ha assegnato più punti al voto degli amministratori dei comuni più popolosi e, non a caso, le schede sono state colorate per indicare il peso demografico diverso dei Municipi di riferimento.

In particolare,  hanno guidato la classifica se così si può dire, dopo l’esclusione di Taranto, i comuni di Martina Franca, Grottaglie e Manduria: comuni della fascia verde, quella più rilevante in questa tornata. Gli amministratori di questi centri hanno votato appunto con schede verdi, ognuna delle quali ha avuto un valore numerico di 466 punti, che ha rappresentato il punteggio ponderato più alto fra i partecipanti di oggi.

Dietro questi tre, in ordine di peso, ci sono stati i rappresentanti dei centri della provincia appartenenti alla fascia gialla, con schede del medesimo colore e un punteggio di 209 punti per ogni amministratore. Tra questi, c’erano: Ginosa, Castellaneta, Palagiano, Sava, Mottola, Laterza, San Giorgio Ionico, Crispiano, Statte e Pulsano. Sono stati  i centri più popolosi dopo il trio di testa e probabilmente, nel segreto dell’erba, hanno espresso un ruolo non trascurabile nel bilanciamento finale del voto.

Un gradino più in basso, nella fascia rossa, hanno trovato posto gli amministratori di comuni di dimensioni più piccole, quali: Lizzano, San Marzano di San Giuseppe, Leporano, Palagianello, Avetrana, Carosino, Monteiasi e Maruggio. Le loro schede rosse hanno avuto 213 punti ciascuna.

La fascia azzurra, composta da comuni ancora più piccoli, ha compreso  invece: Fragagnano, Torricella, Montemesola e Faggiano, le cui schede sono state indicate con 119 punti. Ha chiuso la lista la fascia grigia, con i comuni di Monteparano e Roccaforzata: amministratori di realtà demograficamente molto contenute, ma ovviamente comunque presenti con le loro schede grigie da 71 punti ciascuna.

Secondo ques'elaborazione, i 27 comuni ammessi al voto hanno rappresentato complessivamente una popolazione di circa 338mila abitanti, distribuiti in modo disomogeneo.

E Palmisano, infine, proprio facendo il pieno di schede verdi (38) ha vinto nettamente le elezioni per la presidenza della Provincia. 

Privacy Policy Cookie Policy