il caso
Taranto, Cittadella della Carità: «La gestione deve essere affidata a un commissario»
Dopo la riunione al Sepac, i sindacati temono l’«ipotesi spezzatino»
Un futuro incerto e la lotta contro il tempo. La riunione al Sepac sulla vertenza Cittadella della Carità di ieri mattina non ha portato al risultato sperato: per i sindacati ci sono troppe incognite, per questo sperano in un commissariamento. Al centro della discussione della task force regionale per l’occupazione, c’erano la salvaguardia della continuità assistenziale e, soprattutto, la tutela dei 160 posti di lavoro. Presenti al tavolo non solo i sindacati, ma anche Soave Sanità del gruppo Neuromed, l’Asl e i politici che in questi mesi hanno seguito la vertenza.
«Sembra – ha commentato Cosimo Sardelli segretario generale Fp Cgil Taranto - una storia infinita. Prima c’era il concordato preventivo, che poi è stato ritirato. Oggi ci dicono che accederanno alla procedura concordata di negoziazione del debito, prevista dal nuovo codice delle imprese, ma è un iter per cui servono almeno sei mesi. E nel frattempo cosa accade? Alle retribuzioni dei lavoratori cosa succede? Della Fondazione cosa ne sarà? Perché questa procedura impedisce la volturazione degli accreditamenti». La voltura degli accreditamenti è la titolarità per esercitare le prestazioni sanitarie autorizzate dalla Regione, necessaria alla struttura sanitaria per rimanere in vita, oltre ad essere la condizione necessaria per l’entrata in campo di Neuromed.
I sindacati sono preoccupati anche dall’«ipotesi spezzatino», che vede strade diverse per la Rsa «L’Ulivo», la casa di cura Arca e gli ambulatori. «Il Piano industriale – ha dichiarato la segretaria generale Cisl Fp di Taranto, Flavia Ciracì - dovrebbe essere pronto entro il 9 gennaio prossimo e sarà finalizzato alla ristrutturazione dei debiti che ammontano a circa 25 milioni di euro e al concretizzarsi del fitto di ramo d’azienda presso la Società Soave/Neuromed, ma solo dopo che la Regione Puglia avrà effettuato le volturazioni. Ci sono troppi dubbi e nulla di concreto rispetto al pagamento dei lavoratori, noi siamo stanchi». I dipendenti, infatti, non sanno quando riceveranno la retribuzione di novembre e il saldo della tredicesima del 2023 che era stata loro promessa. Oltre a questo, aspettano ancora la stipendio di aprile scorso e non sanno se e quando riceveranno la tredicesima del 2024.
L’unica certezza proviene dall’Asl di Taranto che durante l’incontro al Sepac ha promesso di provvedere al pagamento delle fatture di cui la Cittadella è titolare. «Ma non basta – rincalza il segretario Fp Cigl - molti di questi soldi sono già impegnati per pignoramenti verso terzi richiesti dai fornitori e, forse, per le retribuzioni di novembre».
Le Funzioni Pubbliche di Cgil e Cisl di Taranto chiedono un intervento più importante della politica. In particolare chiedono un’azione diretta della Regione Puglia. Per i sindacalisti è arrivato il momento di commissariare la Cittadella della Carità, per cercare una soluzione transitoria che però poi porti ad una soluzione strutturale della vertenza. «Continuare così- ha spiegato Sardelli – significa rassegnarsi alla morte di Cittadella come esito finale di questa strana e brutta storia. Oggi si continua a vivacchiare senza un piano industriale. Questo è un altro schiaffo alla città e alla sua storia».