TARANTO - È stato condannato a 8 anni e 8 mesi di reclusione un 71enne accusato aver abusato sessualmente di una minore per sei lunghi anni. Nel pomeriggio di ieri il giudice Benedetto Ruberto, al termine del processo con rito abbreviato, ha inflitto al 71enne una pena persino più alta di quella richiesta dalla procura: il pubblico ministero aveva infatti quantificato in 8 anni la pena che l’uomo avrebbe dovuto scontare. Per il magistrato, evidentemente, quella condanna non era sufficiente per la gravità delle accuse e ha così optato per una decisione più severa.
I fatti risalgono agli anni tra il 2013 e il 2019, quando la bambina, affetta anche da una disabilità fisica e psichica, non aveva nemmeno dieci anni. Teatro degli abusi sarebbero alcuni comuni della Valle d’Itria tra Taranto e Bari.
Le indagini coordinate dal sostituto procuratore Marzia Castiglia, hanno portato alla luce come l’uomo per tutti quegli anni avrebbe sottoposto la bambina violenze sessuali minacciandola di non rivelare mai quegli squallidi incontri. Dalle carte dell’inchiesta emerge infatti che l’imputato avrebbe approfittato del rapporto di fiducia che esisteva con i familiari della bambina per approfittare di lei: l’avrebbe costretta a spogliarsi per allungare le mani nelle parti intime e persino a subire atti sessuali «dissuadendola dall’opporre resistenza».
Il racconto raggelante della bambina agli inquirenti ha svelato i dettagli infimi di una terribile storia che ha sconvolto una famiglia che aveva con il 71enne un legame saldo. Una presenza costante in casa che aiutava e sosteneva i parenti della vittima nei lavoretti domestici o nell’aiuto alla ragazzina. Una fiducia che poi, secondo l’accusa, sarebbe stata tradita con quei comportamenti morbosi e insani. Violenze che l’uomo si assicurava non venissero mai a galla: negli atti dell’inchiesta si legge che guardava la bambina costantemente in modo minaccioso e da quanto la stessa vittima avrebbe raccontato in diverse occasioni le avrebbe tappato la bocca per evitare che si lamentasse.
I suoi racconti sono finiti in un fascicolo di indagine della procura: a settembre 2023 il pm Castiglia ha chiesto e ottenuto dal gip Fulvia Misserini che il racconto della vittima venisse cristallizzato in un incidente probatorio: in forma protetta con la presenza di una psicologa, la ragazzina è stata interrogata dal giudice e dalle parti in causa e in quella occasione non solo ha confermato tutte le accuse nei confronti del suo aguzzino, ma avrebbe svelato anche nuovi dettagli di quei momenti.
Tra le diverse cose, infatti, la ragazzina aveva raccontato che l’uomo avrebbe approfittato di lei non solo con le mani e il suo corpo, ma anche attraverso l’utilizzo di oggetti.