Il caso

Ex Ilva a Taranto, nuovo sequestro ma la produzione continua

Maristella Massari e Francesco Casula

Il gip di Potenza ha accolto la richiesta della Procura lucana. Eurofer scrive una lettera aperta ai capi di Stato e di governo per salvare l’acciaio europeo

TARANTO - «È evidente che l'utilizzo criminale dello stabilimento a fini di profitto in spregio persino agli accordi presi per ridurre l'impatto mortale delle lavorazioni non può che essere arrestato sottraendo la disponibilità delle aree in cui avvengono le lavorazioni che hanno determinato la compromissione dell'ambiente, della salute dei lavoratori e della popolazione residente».

Sono le parole utilizzate dal gip di Potenza Ida Iura nel nuovo decreto di sequestro dell’area a caldo dell’ex Ilva di Taranto notificato nelle scorse ore ai commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e Ilva in Amministrazione Straordinaria. Un atto necessario dopo che la Corte d’assise d’appello ha annullato la sentenza di primo grado del processo «Ambiente svenduto» e disposto il trasferimento degli atti alla procura lucana perché il procedimento riparta dalla chiusura delle indagini. Il codice penale, tuttavia, prevede che le misure cautelari - come il sequestro - eseguiti nel corso di un’indagine, se entro 20 giorni dalla dichiarazione di incompetenza di un giudice (anche nelle fasi successive di un procedimento) non vengono rinnovate, perdono di efficacia. Insomma gli impianti dell’area a caldo della fabbrica ionica rischiavano di essere dissequestrati. La nuova misura della magistratura potentina, però, appone nuovamente i sigilli ai reparti ritenuti causa di emissione nocive tra il 1995 e il 2012: si tratta dell’Area Parchi Minerali, Cokerie, Agglomerato, Altiforni, Acciaierie e infine l’area Grf (Gestione Rottami Ferrosi).

In realtà, anche alla luce dei numerosi decreti Salva Ilva emessi negli ultimi 12 anni da tutti Governi che si sono ritrovati la patata bollente tra le mani, lo stabilimento di Taranto potrà continuare la sua attività. Anche se insomma la facoltà d’uso non è mai stata concessa dalla magistratura, c’ha pensato la politica a ridimensionare il sequestro...

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