I NODI DELL'ACCIAIO
Ex Ilva, arrivano i bonifici per le imprese dell’indotto
A segno il gioco di squadra di Governo, commissari AdI e Sace. Una buona notizia per migliaia di lavoratori coinvolti in questa delicata fase della vertenza riguardante Acciaierie d’Italia
TARANTO - Ex Ilva, alle imprese dell'indotto arrivano i bonifici per i crediti pregressi. Una buona notizia per migliaia di lavoratori coinvolti in questa delicata fase della vertenza riguardante Acciaierie d’Italia. Le promesse del Governo e dei commissari straordinari, insomma, sembrano non essere state disattese. Le aziende del settore stanno ricevendo in questi giorni le prime anticipazioni dei crediti dovuti, grazie all'intervento di Sace, che sta erogando gli importi in base alle rate previste da Acciaierie d’Italia. La complessa macchina che si è messa in moto già all'inizio dell'estate ha portato a questo risultato. I primi bonifici di pagamento sono arrivati alle imprese venerdì scorso e andrà avanti fino a fine mese, per poi proseguire anche ad ottobre.
In questa operazione sono coinvolte le ditte dell'indotto che hanno accettato le condizioni previste dal piano proposto da AdI. Riepilogando i numeri, Acciaierie d'Italia in As aveva invitato a questa transazione 172 imprese. Le imprese creditrici, però, sono molte di più. Si parla di circa 1.500 fornitori. Tra questi, però, solo alcuni sono stati ammessi al passivo e di questo gruppo una parte è stata inserita nella prededuzione, 172 imprese, perché ritenute imprese strategiche da parte di AdI per la continuità aziendale. A questi è stata rivolta la proposta transattiva. Rispetto alle 172 lettere inviate, hanno risposto in 127 in maniera positiva, cioè dicendo che erano interessati a perfezionare la transazione. Su queste imprese Sace, con i suoi partner, si è attivata per avviare e poi finalizzare un'istruttoria mirata all'acquisto dei crediti. In corso d'opera, poi, la transazione che in una prima fase prevedeva un “haircut” del 30%, è sceso al 20% grazie alla struttura commissariale che ha trovato i fondi. Così Sace, che inizialmente aveva stanziato un plafond complessivo di 120 milioni, lo ha aumentato a 150 milioni.
Chi non ha accettato il piano proposto da AdI di transare la somma avanzata e non ha manifestato interesse, andrà invece per un'altra strada ovvero prenderà direttamente il piano d'ammortamento senza senza l'operazione di factoring. Ma non tutte le imprese sono state ammesse. Secondo i numeri in possesso della «Gazzetta», per 9 società non c'è la possibilità di procedere con un'operazione di factoring tradizionale. Stando a quanto si apprende, Sace starebbe comunque accompagnando queste imprese in un percorso di ricerca di una soluzione alternativa con altri partner finanziari specializzati in questa tipologia di situazioni. Fino a questo momento sono stati bonificati 89 milioni di euro a fronte dei 150 stanziati, per 74 società. Sace prevede entro lunedì 30 settembre di arrivare a 77 fornitori saldati. L'operazione, secondo le previsioni, si chiuderà entro ottobre. Un bel risultato alla fine di un eccellente gioco di squadra, se si considera che la precedente amministrazione straordinaria, dopo il fallimento del 2015, nel 2018 aveva previsto zero ristori. Ma anche se si considerano i numeri all'ombra di questa operazione: più di 10.000 dipendenti, tra diretti e indotto, con 4.500 persone in cassa integrazione e un numero di fornitori importante. Governo, commissari straordinari di AdI e Sace hanno lavorato per non lasciare indietro nessuno e chi non è rientrato in quel piano di ristoro, oggi viene accompagnato alla ricerca di una soluzione alternativa.