I nodi del siderurgico

Ex Ilva, cassa integrazione: scure sugli impianti. Fiom: «Accordo nella notte, 4050 lavoratori, 3500 a Taranto»

Maristella Massari

L’incontro ieri al ministero del Lavoro per ridurre il numero dei cassintegrati

TARANTO - «Dopo oltre 14 ore di trattativa al Ministero del Lavoro è stato raggiunto nella notte l’accordo sulla cassa integrazione per i lavoratori ex Ilva. Nell’accordo prevediamo che, con il percorso di ripartenza, siano garantiti tutta l’occupazione e la continuità salariale con un’integrazione dignitosa per le persone che per vivere devono lavorare» Lo dichiara in una nota Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil sottolineando che: «nell’accordo c'è un piano di ripartenza che i commissari straordinari dovranno mettere in pratica, c'è la tutela occupazionale perché non sono previsti esuberi e soprattutto alla fine di questo percorso ci sarà la possibilità per tutti di rientrare al lavoro».

La richiesta di cassa integrazione straordinaria per l’ex Ilva riguarderà massimo 4.050 lavoratori, di cui 3.500 a Taranto: numeri ridotti rispetto all’iniziale richiesta per 5.200 dipendenti, di cui 4.400 a Taranto. E' quanto prevede l’accordo raggiunto con i sindacati. La decorrenza sarà retroattiva, a partire da marzo 2024, e ai dipendenti in cassa verrà riconosciuto il 70% della retribuzione annua lorda. Il piano di cassa integrazione si chiuderà a giugno 2026.

Le organizzazioni sindacali sottolineano che l’intesa "prevederà importanti novità e agevolazioni per i lavoratori coinvolti dalla cigs: riconoscimento di integrazione salariale pari al 70% della retribuzione globale annua lorda, oltre ai relativi ratei di tredicesima e premio di produzione. Previsto un welfare aziendale fino al 3% dello stipendio lordo proporzionale al raggiungimento dei 3 milioni di tonnellate della produzione. Riconoscimenti delle integrazioni retributive retroattivi a marzo 2024».
Si aggiunge che dovrà essere assicurata «la massima rotazione tra lavoratori» e che «in base alla risalita produttiva (a partire da ottobre 2024 quando è previsto il riavvio dell’altoforno 1), i numeri dei lavoratori in cigs diminuiranno fino ad azzerarsi dal marzo 2026 con la marcia con tre altoforni».
Il periodo di validità della cigs, spiegano ancora i sindacati, «è di 12 mesi (a partire da marzo 2024), rinnovabile per altri 12 mesi dopo nuovo esame congiunto tra azienda e sindacati». Nell’accordo si parla di «formazione» e della "possibilità di discutere dello smart working e di altre forme di flessibilità». Riconosciuta, infine, la «validità dell’accordo del 6 settembre 2018 (in particolare la salvaguardia occupazionale per i lavoratori di Ilva in As)»

LA GIORNATA DI IERI

Riunione fiume al ministero del Lavoro per il confronto tra Governo, commissari e sindacati metalmeccanici sulla cassa integrazione per i lavoratori dell’ex Ilva. La discussione principale è stata quella sui numeri. Si tratta sulla soglia dei 4.200 dipendenti in cassa. La scure maggiore colpirebbe gli impianti di Taranto. Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, che ieri era presente con il direttore generale Maurizio Saitta e con il capo del personale Claudio Picucci, circa un mese fa aveva fatto partire la richiesta per nuova cassa integrazione guadagni straordinaria fino a 5.200 lavoratori. Al tavolo a palazzo Chigi, però, il commissario Giancarlo Quaranta, mercoledì aveva indicato l’intenzione di ridurre la platea massima nella prima fase a 4.700 lavoratori, con una una diminuzione progressiva di lavoratori interessati...

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