l'incontro
Ex Ilva , il governatore Emiliano al Mimit: «la Regione presidierà le aziende»
Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dopo l'incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy con il ministro Adolfo Urso.
ROMA - «Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato oggi a Palazzo Piacentini il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla vicenda ex-Ilva. Nel corso della riunione, come riferisce il Mimit in una nota, il ministro ha illustrato le misure messe in campo dal governo e quelle di prossima introduzione, anche in riferimento alla salvaguardia delle aziende dell’indotto di Acciaierie d’Italia. L’incontro è stato occasione per un confronto sulle prospettive del sito siderurgico di Taranto e sul piano siderurgico nazionale».
EMILIANO: «LA REGIONE PRESIDIERA' LE AZIENDE»
«Ho ribadito al ministro Urso la necessità di tutelare, nella migliore delle maniere, le aziende dell’indotto nell’ipotesi in cui si decida per l’amministrazione straordinaria. Ho avuto assicurazioni, la vicenda è molto complicata».
Lo ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in uscita dal ministero delle Imprese e del Made in Italy dopo un incontro con il ministro Adolfo Urso.
«Queste aziende - ha spiegato - hanno già subito in passato un colpo durissimo con la prima amministrazione straordinaria. Non so se siano in grado di reggere dopo altri crediti non pagati».
«La Regione Puglia presidierà le aziende dell’indotto», ha concluso.
CONFINDUSTRIA TARANTO: LE NOSTRE POSIZIONI
«La situazione insostenibile in cui versano le aziende dell’indotto ex Ilva di Taranto, e contestualmente lo stesso stabilimento, che marcia con un unico altoforno rischiando uno spegnimento irreversibile, impongono alcune scelte drastiche ed urgenti».
E’ questa la posizione espressa da Confindustria Taranto, che chiede un ulteriore confronto con il ministro del Mimit, Adolfo Urso, e pone una serie di proposte «al fine di scongiurare quella che si prospetta, a brevissimo, come una vera e propria tempesta perfetta, in cui nessuno si salva: né lo stabilimento, né i lavoratori, né le aziende e tantomeno la città, che da anni attende una riconversione in chiave green di uno stabilimento che una volta spento produrrebbe solo abnormi criticità».
«Confindustria Taranto prende inoltre atto della incapacità, non voluta ma imposta dalle circostanze, di buona parte delle aziende dell’indotto, a garantire continuità lavorativa: sono le stesse imprese che già da mesi denunciano assenza di liquidità per i crediti non corrisposti, oramai al limite della esasperazione. Pertanto, chiama ancora una volta alle sue responsabilità il management di Acciaierie d’Italia, unico reale responsabile di una gestione scellerata e di una situazione oramai fuori controllo».
Fra le proposte dell’associazione degli industriale «c'è la richiesta al Governo di delineare il perimetro esatto in cui ricade la tipologia di imprese definite dell’'indotto (un passaggio di estrema importanza nel delicato passaggio alla amministrazione straordinaria) e la possibile cartolarizzazione dei crediti delle ditte fornitrici, attraverso un Ente di Stato, che consentirebbe alle stesse imprese di poter beneficiare di una boccata d’ossigeno utile a traguardare la difficilissima congiuntura e tornare subito al lavoro».