Politica
Comune di Taranto, nuove tensioni: la maggioranza si divide
Castronovi (Psi) ufficializza il suo «strappo» e Mazzariello si smarca. La prima seduta successiva ai cambi in giunta non è stata serena
TARANTO - Comune, non sempre il «rimpasto» della giunta è il farmaco adatto. Farmaco nel senso etimologico del termine ovvero rimedio di ferite evidentemente ancora aperte. Di certo, non lo è stato per il centrosinistra che governa Palazzo di Città e che ieri, in Consiglio comunale, ha manifestato nuove tensioni. Che, non a caso, fa rima con divisioni. Già, le divisioni antica malattia della coalizione progressista (non solo a Taranto).
La giornata a Palazzo di Città inizia poco prima delle 12 quando su invito del presidente Bitetti, il Consiglio comunale si riunisce in un minuto di raccoglimento per ricordare le recenti vittime di femminicidio, i morti sulla statale «100» e la scomparsa del giornalista Angelo Caputo. Terminato il silenzio, lo sguardo si rivolge verso i banchi della maggioranza. Sguarniti. All’appello ne mancano (sindaco compreso) sette. E così, quella coalizione extra large composta dopo l’allargamento ad Italia viva si ritrova ad essere small ovvero si rimpicciolisce come capita con un indumento dopo aver selezionato (male) il programma della lavatrice. Poi, con il passar dei minuti, qualche consigliere ritardatario raggiunge i banchi e consente al centrosinistra di raggiungere e appena superare quota 17.
Si inizia, dunque, con un punto che avrebbe dovuto essere di ordinaria amministrazione. Ma non lo è stato. La surroga ovvero la staffetta in Consiglio tra Angelica Lussoso (neoassessora ai Servizi sociali) e Filippo Illiano è più complicato del previsto. Alla fine, Illiano fa il suo ingresso in aula con 11 voti favorevoli e 8 astensioni. Dice «ni» anche il Pd (tranne Lonoce) facendo leva sul fatto che gli uffici comunali, per stessa ammissione del dirigente, non avevano ancora terminato la verifica sull’insussistenza delle cause di incompatibilità di Illiano alla carica di consigliere comunale. Poi, le stoccate ad uso interno partono dal seggio occupato da Luca Contrario (Taranto crea - Una strada diversa) che visibilmente seccato per la mancata anticipazione del punto sul regolamento per l’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità (poi approvato), denuncia tutta la sua «stanchezza per questi continui giochetti».
Successivamente entra Castronovi. Chiede la parola per ufficializzare il suo «strappo» dalla maggioranza. È l’annunciata reazione alla revoca dell’assessora Di Santo decisa, nei giorni scorsi, dal sindaco Melucci. Prima che intervenisse qualche consigliere gl si avvicina per trattenerlo nel recinto della maggioranza, ma il diretto interessato pronuncia un «no» che non lascia spazio ad altre trattative e per mettere il lucchetto al cancello, ad alta voce, rilancia parole come «dignità« e «coerenza». Nulla da fare, a meno che non ci sia «un azzeramento della giunta e un confronto tra i consiglieri eletti alle Amministrative 2022» confida al cronista. Per la serie, esclusione di quelli di Italia viva (che da ieri sono sei in Consiglio). L’intervento del consigliere socialista viene visibilmente applaudito da Michele Mazzariello (Taranto popolare). Che avverte: «Così non si può più andare avanti. Per me non ci sono problemi nel senso che il presidente di Infrataras che ho indicato (Giuseppe Stasolla, ndr) è disponibile a dimettersi in qualsiasi momento. La verità è che - incalza Mazzariello - il sindaco Melucci è ostaggio dei poteri forti che risiedono in altre città». E poi, gettando il suo sguardo verso i consiglieri del Partito democratico tuona: «Vedete, oggi sono tutti presenti», con chiara allusione alla recente riformulazione della giunta in cui i Dem sono rappresentati da tre assessorati importanti.
Infine, l’unico argomento che merita un posto in cronaca tra i pochissimi approvati ieri è quello relativo alla proroga per definire gli espropri necessari per completare il potenziamento della rete idrica e fognante a Talsano, Lama e San Vito. Passa all’unanimità dei presenti.