L'azienda di igiene
Amiu, l’allarme pagamenti rientra: il Comune di Taranto sblocca i fondi
Il Municipio liquida le somme necessarie per pagare gli stipendi
TARANTO - Amiu, allarme rientrato. Da quel che risulta alla Gazzetta, nel primo pomeriggio di ieri, gli uffici dell’Amministrazione comunale di Taranto hanno sbloccato le risorse finanziarie necessarie per pagare gli stipendi ai lavoratori dell’azienda d’igiene urbana. Che erano saltati lo scorso 27 novembre e che ora, invece, dovrebbero essere corrisposti ai dipendenti tra venerdì e lunedì prossimi. In realtà, per la cronaca, l’altro ieri il Municipio (socio unico della partecipata) aveva già messo a disposizione circa 800mila euro mettendo in atto una sorta di condizione necessaria ma non sufficiente per garantire le retribuzioni. A dire il vero, la somma (che si riferisce al saldo del canone di ottobre) avrebbe potuto anche raggiungere il suo obiettivo se non fosse stato per la quota (200mila euro) da girare all’Agenzia delle entrate Riscossione per rispettare il piano elaborato nell’ambito della cosiddetta rottamazione quater. E, dunque, sottraendo le risorse dovute al Fisco (da versare peraltro ogni quattro mesi) sul tavolo restano 600mila euro. Queste sì, insufficienti, per garantire tutti gli stipendi.
La situazione, nel frattempo, aveva (giustamente) allertato e allarmato tutte le organizzazioni sindacali che ieri pomeriggio avevano diramato un documento che aveva decisamente il sapore dell’ultimatum nei confronti di Palazzo di Città: «Sulla questione stipendi, abbiamo valutato la situazione e tenuto conto della mancanza di certezze sul pagamento della fattura da parte del Comune, abbiamo appena deciso che se entro stasera (ieri, ndr) non avremo l’ufficialità, a partire da venerdì, procederemo ad una campagna di assemblee di due ore a ogni fine turno e ogni giorno, fino al pagamento. Ci dispiace per i cittadini, ma la dignità dei lavoratori amiu non può essere calpestata». Firmato da Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Fiadel, Usb e Siuls. Sin qui, le organizzazioni sindacali che avevano assunto una linea unitaria. Poi, però, nel giro di un paio d’ore (anche meno per la verità), da fonti vicine all’Amministrazione comunale si apprende che oltre al saldo del canone di ottobre è stato mandato in pagamento, così come si dice in gergo, anche il corrispettivo del mese di novembre pari a 2,5 milioni di euro che scende a 1,9 milioni considerato che l’azienda sta restituendo 500mila euro al mese al Comune per perfezionare il rimborso del prestito da 2,5 milioni ottenuto nel maggio scorso. E così, in questo modo, avendo in cassa 2,7 milioni di euro può tranquillamente saldare i conti con il Fisco (200mila euro), con i dipendenti (circa 700mila euro) e con qualche fornitore. Ora, però, bisognerà verificare se ci saranno nuovi problemi di liquidità a dicembre mese in cui oltre allo stipendio ordinario, l’Amiu dovrebbe entro il 18 versare anche la tredicesima mensilità ai suoi dipendenti. A meno che, nel frattempo, non diventi operativo ed effettivo il fido bancario da 5 milioni di euro richiesto ad un istituto bancario tarantino.
Infine, un passo indietro. Il Comune di Taranto, socio unico di Amiu o Kyma Ambiente che dir si voglia, ha potuto versare tutto il canone mensile all’azienda solo in virtù del fatto che il Documento unico di regolarità contributiva (Duyrc) rilasciato dall’Inps è, da qualche settimana, tornato ad essere «regolare».