Trema la politica locale
Taranto: concorso Amiu, nuove accuse nell’inchiesta per le prove truccate
Secondo i pm già alle Regionali 2020 qualcuno avrebbe chiesto e ottenuto favori elettorali ad alcuni futuri candidati ai test
TARANTO - Sostegno alle elezioni regionali del 2020 in cambio di un aiuto al concorso Amiu. È questa l’ulteriore accusa mossa ad alcuni degli indagati coinvolti nell’inchiesta sul concorso sospetto all'Amiu-Kyma Ambiente. Dopo la notizia sugli oltre 20 soggetti iscritti nel registro degli indagati pubblicata ieri dalla Gazzetta, emergono nuovi dettagli sull’indagine che sta imbarazzando la società partecipata dal Comune di Taranto.
Nella proroga di indagini notificata in questi giorni ad alcune persone finite sotto accusa, oltre all’ipotesi di reato di corruzione, i pubblici ministeri Enrico Bruschi e Lucia Isceri hanno contestato anche l’articolo 86 del Dpr 570/160, l’articolo che punisce sia chiunque per ottenere un vantaggio elettorale per sé o altri «dà, offre o promette qualunque utilità ad uno o più elettori» che gli stessi cittadini che accettando quell’utilità abbiano scelto di concedere il voto o in generale sostegno alle urne.
Nelle carte la data di commissione del reato sembra non lasciare spazio all’immaginazione: 21 settembre 2020, secondo e ultimo giorno in cui i pugliesi si recavano nei seggi per eleggere il presidente della giunta regionale. Tirando le somme, quindi, per la procura ionica già nel 2020, due anni prima che si svolgesse il concorso, qualcuno avrebbe chiesto e ottenuto voti promettendo in cambio un aiuto nelle prove per l’assunzione in Amiu.
Ipotesi di reato che stanno facendo tremare i palazzi della politica locale e non solo.
Salgono quindi a tre, per il momento, le accuse formulate dagli inquirenti: oltre allo scambio elettorale, infatti i pm Bruschi e Isceri, sulla base delle attività condotte dalla squadra Mobile di Taranto, hanno anche ritenuto che vi siano stati episodi di «corruzione per atti propri ai doveri d’ufficio» e truffa. Quest’ultima è stata contestata al dirigente di Amiu Rocco Scalera, unico indagato finora conosciuto nella vicenda: l’allora Rup, Responsabile unico del procedimento per il concorso che prevedeva l’assunzione di 11 ispettori ambientali poi autosospesosi dall'incarico, fu sorpreso il 24 novembre 2022 dagli investigatori della Polizia di Stato nei locali della ex Saram, dove si era appena conclusa la terza prova del concorso, con un bigliettino nel quale erano contenuti i nominativi dei candidati segnalati. Fu lo stesso Scalera, una volta condotto negli uffici di via Palatucci, alla presenza del difensore l’avvocato Fausto Soggia, ad ammettere sostanzialmente che l’intenzione era quella di aiutare alcuni candidati al concorso.
La stessa Questura di Taranto, in una nota inviata in quei giorni alla stampa aveva confermato che «nel corso del controllo, i poliziotti hanno effettuato anche diverse perquisizioni locali, essendo emersi diversi elementi che si stesse consumando l’ipotesi di reato di truffa aggravata allo Stato da parte di alcune persone presenti». E sui nominativi trovati in quel «pizzino» e sulle dichiarazioni di Scalera si sono poi sviluppate le attività investigative che hanno portato all'iscrizione nel registro degli indagati non solo dei candidati segnalati, ma verosimilmente anche di coloro che avrebbero fatto partire la raccomandazione. E gli ultimi dettagli fanno intuire che evidentemente anche alcuni candidati alle ultime elezioni regionali potrebbero essere coinvolti nella vicenda. Una tesi, al momento, che solo lo sviluppo futuro delle indagini potrà confermare o smentire.