L'intervista
Taranto, la parola al commissario Ferrarese: «I Giochi del 2026 si faranno»
«Nessun rancore verso Melucci, ma ora collabori»
«I Giochi del Mediterraneo Taranto si faranno. Melucci stacca la spina? E allora io ne inserisco tre e vado avanti». Il tono perentorio è quello di Massimo Ferrarese, commissario governativo per l’attuazione degli interventi per la manifestazione internazionale in programma nel capoluogo tra meno di tre anni. Che, in un’intervista concessa alla Gazzetta, respinge le stoccate sferrate dal sindaco e presidente della Provincia di Taranto, Rinaldo Melucci. Il messaggio è duro nei contenuti, ma si conclude con un invito alla collaborazione.
Commissario Ferrarese, come si esce dal tunnel?
«Veramente quello che è finito in un vicolo cieco non sono io. Per quel che mi riguarda, infatti, sto serenamente continuando a lavorare e, molto presto, ci saranno alcune novità».
E come finirà il suo braccio di ferro a distanza con Melucci?
«A stretto giro, ci sarà un confronto con il Governo e sono convinto che, in quella sede, verranno forniti gli opportuni chiarimenti sul mio ruolo»
A proposito, i sindaci capitanati dallo stesso Melucci (e dal presidente Emiliano) chiedono chiarezza anche su chi sarà il cosiddetto soggetto attuatore. In altre parole, chi potrà indire le gare di appalto per i lavori da realizzare negli impianti sportivi interessati dai Giochi 2026? Nel precedente Dpcm, toccava ai Comuni. E ora?
«In queste ore sto definendo quest’aspetto, ma posso anticipare che quasi sicuramente mi avvarrò di una centrale unica di committenza».
Tradotto dal burocratese, potrebbe far ricorso all’agenzia pubblica Invitalia?
«Non esiste solo Invitalia. Ci sono diverse piattaforme da prendere in considerazione».
Si sta riferendo alla società del Coni, Sport e Salute?
«Potrebbe».
I Comuni saranno tagliati fuori, dunque?
«Non in maniera totale. Se ci sono amministrazioni comunali già avanti con la progettazione e che sono interessate da interventi di impatto finanziario non elevato, sono disponibile anche a delegare a loro queste procedure. Negli altri casi, invece, farà tutto la Centrale unica di committenza».
I Comuni e i progetti, dunque. I sindaci, guidati da Melucci, sostengono che non possono definire la progettazione senza la certezza della copertura finanziaria. Che ne pensa?
«E allora per quale motivo, lo scorso 10 maggio, il direttore generale del Comitato organizzatore locale, Elio Sannicandro, invitava i comuni ad inviargli la progettazione aggiungendo che se questo non fosse avvenuto avrebbe avuto difficoltà ad inserirli nel masterplan? Io sto richiedendo la stessa cosa da un mese, ma invano. I comuni stanno collaborando, tranne quello di Taranto».
Eppure l’ultima nota inviata al Governo è firmata da tutti i sindaci...
«Sì, ma poi via Pec mi stanno inviando o mi hanno già inviato i progetti. Insomma, gli altri municipi collaborano. Taranto, purtroppo, no».
Commissario, però, i 150 milioni di euro ancora non sono stati materialmente accreditarti dal Governo. Su questo il sindaco Melucci sembra avere ragione. O no?
«Il finanziamento governativo arriverà presto».
Prima della pausa estiva delle Camere?
«Penso di sì, ma non è questo il punto».
E qual è?
«Se fossero già disponibili i famosi 150 milioni di euro, ad esempio, i progetti più importanti che dovrebbero essere realizzati nella città di Taranto potrebbero andare in appalto? No. Su, non ci prendiamo in giro, tutte le persone intellettualmente oneste sanno che per lo stadio “Iacovone”, le piscine e il Centro nautico ci vorranno diversi mesi solo per concludere la fase autorizzativa - amministrativa. Per questo, insisto, non si dica più pubblicamente che il problema sarebbe costituito dalla mancanza materiale dei 150 milioni di euro. Che, ripeto, arriveranno molto presto».
Commissario, le recenti modifiche apportate al Codice degli appalti peraltro le consentirebbero di saltare il livello della progettazione e passare direttamente a quella esecutiva. Per usare il gergo calcistico, per lei, è un assist da sfruttare.
«Assolutamente sì, ma se è per questo potrei anche scegliere la strada del cosiddetto appalto integrato».
Potrebbe, quindi, far redigere il progetto esecutivo all’impresa che si aggiudica la gara per la realizzazione dei lavori?
«Esattamente».
Ma per far questo, le sarebbe sufficiente avere a disposizione lo studio di fattibilità tecnica ed economica.
«Giusto. Ci sono? E allora mandatemeli (sorride, ndr)».
Al netto delle questioni politiche tra Emiliano e Fitto, è vero che i rapporti tra lei e Melucci si sono deteriorati dopo il suo sopralluogo allo “Iaconone” e dopo che lei ha pubblicamente espresso dei dubbi sulla demolizione e ricostruzione dello stadio?
«Non so. Ma quale reato avrei commesso facendo un sopralluogo?».
Si era trattato di un sopralluogo con tivvù al seguito. Questo avrebbe infastidito Palazzo di Città.
«Non le ho chiamate io. E poi, sono per la trasparenza delle mie azioni. Per il resto, da tecnico del settore impiantistico sportivo, ho espresso dei dubbi sui tempi di realizzazione di un progetto simile, ma ho comunque rinviato la decisione finale al termine di una valutazione complessiva».
In conclusione, Ferrarese, cosa manda a dire al sindaco Melucci?
«Non ho nulla di personale contro di lui, non ho alcun rancore. E, al termine del confronto presieduto dal Governo, sono sicuro che potremo riprendere la collaborazione nell’interesse esclusivo di Taranto e della Puglia».
Commissario, solo un ultimo flash: ma il masterplan, nonostante i ritardo, verrà rispettato o qualche comune ora rischia l’esclusione?
«Dovremmo farcela a rispettarlo, anzi potrebbe esserci persino qualche ulteriore inserimento magari per quel che riguarda gli impianti in cui far svolgere gli allenamenti delle varie nazionali».