Il futuro delle acciaierie
Taranto, Cgil e Fiom nutrono dubbi sullo spostamento dei fondi dell'ex Ilva
Presentate anche osservazioni sull'Autorizzazione integrata ambientale: «Ritardi sul futuro dello stabilimento nell’ottica della sostenibilità ambientale e sanitaria».
TARANTO - La Cgil e la Fiom di Taranto hanno presentato alcune osservazioni contro l’istanza di rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale avanzata da Acciaierie d’Italia. Insieme alla richiesta di rendere vincolanti alcune prescrizioni «indispensabili per la tutela della salute e dell’ambiente del territorio e dei lavoratori (gestione delle acque meteoriche e stoccaggio di ingenti quantitativi di amianto)», la Cgil e la Fiom esprimono «perplessità rispetto al cambio di destinazione dei fondi destinati all’obiettivo alla cosiddetta transizione verso la carbon neutrality dell’acciaio».
Il segretario generale della Cgil di Taranto, Giovanni D’Arcangelo, e il segretario generale della Fiom ionica, Francesco Brigati, si soffermano, in particolare, su quello che è il «probabile spostamento, dal piano Pnrr a quello dei Fondi di Coesione, delle risorse destinate a DRI Italia Spa per la realizzazione dell’impianto di produzione del 'preridottò (Direct Reduced Iron) che desterebbe più di una preoccupazione».
«Oggi - osservano - registriamo ritardi proprio sull'aspetto che riguarda il futuro dello stabilimento nell’ottica della sostenibilità ambientale e sanitaria». «Per noi - concludono D’Arangelo e Brigati - occorre puntare tutto sulla Valutazione Integrata di impatto ambientale e sanitario (Viias), necessaria quest’ultima a garantire un futuro ambientale, industriale ed occupazionale per il territorio ionico».