L'allarme

Taranto, crollano le iscrizioni a scuola: sui banchi 1700 studenti in meno

Maria Pamela Giufrè

Il provveditore Vito Alfonso: «È un dato preoccupante perché va al di là del previsto calo fisiologico dovuto alla riduzione delle nascite»

TARANTO - «Il prossimo anno scolastico avremo 1700 studenti in meno nelle scuole di Taranto e provincia. È un dato che ci preoccupa molto perché va al di là del previsto calo fisiologico dovuto alla riduzione delle nascite».

Ieri mattina, intervenendo al seminario di formazione e disseminazione finale promosso dal Vittorino da Feltre per presentare i risultati del “Progetto Leila”, il dirigente dell’Ufficio VII, Ambito territoriale di Taranto dell’Ufficio scolastico regionale per la Puglia, Vito Alfonso, ha sottolineato l’importanza di iniziative ed incontri come quello organizzato da Alessandra Larizza, dirigente scolastico del Vittorino da Feltre, anche per mantenere vitale il sistema dell’istruzione in generale.

«Se il calo di 300 alunni per ogni ordine di scuola può essere un fatto naturale perché ci sono meno bambini - evidenzia il provveditore - e moltiplicato per i quattro ordini di scuola fa 1200, quello che ci fa riflettere di più sono quelle restanti 500 unità, che vengono meno per lo più dopo il biennio della scuola secondaria di secondo grado, ovvero dopo l’obbligo scolastico. Questa dispersione non è un danno solo dal punto di vista lavorativo, ma anche e soprattutto dal punto di vista dialettico e sociale».

La preoccupazione del dirigente Vito Alfonso scatena immediatamente la condivisione delle organizzazioni sindacali di categoria. Tutti sono allarmati. Anche se c’è chi preferisce attendere ancora l’ufficialità dei dati prima di prendere una netta posizione. Come lo Snals scuola. «Non possiamo che essere ugualmente preoccupati - afferma Gianfranco Buttari, della segreteria territoriale del sindacato - ma aspettiamo di poterci confrontare con il dirigente sulle strategie da adottare. Quello che per il momento sappiamo è che l’organico di diritto resterà quello dello scorso anno. Vogliamo però guardare i numeri scuola per scuola, per capire dove e come si può agire».

La Flc Cgil invece si è già formalmente espressa ai tavoli regionali. E conferma l’allarme anche sul territorio provinciale.

«La Puglia - si legge in una nota del sindacato - perde oltre 10mila alunni e le iscrizioni alle prime classi si riducono ancora di 7000 unità nella scuola dell’obbligo (dalla primaria alle superiori, con oltre 4000 alunni in meno al primo anno delle scuole superiori della regione)».

«A San Giorgio - aggiunge Angela Dragone (Flc Cgil Taranto) - in uno dei due istituti comprensivi non si formerà una prima elementare, a fronte di una quinta in uscita. Chiaramente, questo dato è lo specchio di quello nazionale. L’Italia è destinata ad essere un paese di anziani. E ci preoccupa. Ma quello che ci allarma di più è il dato della dispersione in itinere che è particolarmente pericoloso e doloroso. Occorrerebbe in questo senso una strategia mirata a motivare gli studenti più grandi. Perché quando si parla di dispersione alle scuole superiori la scuola e le istituzioni tutte, devono mettersi in discussione».

La prima mossa da compiere nell’immediato per la sindacalista è «ridurre il numero di studenti nelle prime classi per consentire ai docenti di lavorare con gruppi più piccoli e di seguire meglio i ragazzi, a cominciare da coloro che non sono necessariamente portatori di handicap, ma che comunque sono considerati Bes, dunque necessitano di bisogni educativi speciali. Solo un insegnamento individualizzato, o comunque destinato ad un numero più ristretto di alunni, può essere efficace per dare a tutti la possibilità di esprimere le proprie intelligenze. E di soluzioni ce ne sono anche diverse altre. Forse è arrivato il momento di adottarle prima che qualcuno dica che lo si fa solo per salvare i posti ai docenti. Non è così, invece, perché nella scuola bisogna investire per il bene di tutta la società».

«Ci spaventa molto anche il dimensionamento che interesserà le scuole che non raggiungono i 900 alunni - avverte Giuseppe Tagliente (Uil Scuola Taranto) - e che perderanno l’autonomia accorpandosi ad altri istituti, con conseguente riduzione di personale scolastico a tutti i livelli. La situazione è davvero drammatica. Per fortuna, sul territorio provinciale il direttore Vito Alfonso è stato lungimirante autorizzando all’autonomia gli istituti comprensivi con sperimentazione musicale, ma occorre continuare ad arginare la dispersione scolastica, che è figlia della crisi economica di questi tempi, dalla quale deriva anche la sfiducia nella scuola, non più vista come garanzia di attività lavorativa. Molti giovani diplomati non hanno un impiego e i laureati non trovano un’occupazione all’altezza del loro titolo di studio. Questo scoraggia molto».

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