Il quadro
Morte Benigno Papa a Taranto: la chiesa, l’ex Ilva e le generose donazioni ai tempi del patron Riva
Erano legati da un rapporto speciale l’arcivescovo Filippo Santoro e il suo predecessore, Benigno Luigi Papa. Un rapporto quasi filiale. In simbiosi su tutto
«Era di una bontà straordinaria, mi sosteneva nei miei interventi proprio come un padre, incoraggiandomi e standomi vicino». Erano legati da un rapporto speciale l’arcivescovo Filippo Santoro e il suo predecessore, Benigno Luigi Papa. Un rapporto quasi filiale. In simbiosi su tutto. Ora che la Diocesi piange la morte dell’arcivescovo emerito, che è stato pastore della chiesa tarantina per 21 anni, mons. Filippo ha voluto rimarcare la «grande generosità di un uomo che è stato un dono per la nostra comunità».
E ha aggiunto che mons. Papa «pregherà per noi e per tutti i fedeli per questa situazione che stiamo vivendo, per questo momento importantissimo per la vita della città e per la vita della nostra Diocesi e del nostro territorio». Il riferimento implicito è alla vicenda Ilva. Mons. Papa recentemente si era visto notificare l’avviso di conclusione delle indagini per l’ipotesi di false dichiarazioni nell’ambito dell’inchiesta Ambiente Svenduto. Il pubblico ministero ha giudicato inattendibile la versione fornita dal presule a proposito della donazione di 10mila euro fatta nel 2010 dall’ex dirigente delle relazioni industriali del Siderurgico, Girolamo Archinà, che invece per i magistrati è una mazzetta versata a un ex consulente della procura.
Si tratta solo di una ipotesi di reato, che doveva ancora tramutarsi in una eventuale richiesta di rinvio a giudizio e avrebbe dovuto comunque passare al vaglio del giudice delle indagini preliminari. È indubbio come la vicenda delle donazioni dell’Ilva dei Riva alla Chiesa tarantina (150mila euro per la ristrutturazione del sistema idrico e la ri-accensione delle 30 fontanelle al cimitero San Brunone nel 2007, 365mila euro per il restauro della parrocchia Gesù Divin Lavoratore del quartiere Tamburi nel 2009 e le offerte periodiche, anche di 5mila-10mila euro, a Natale e Pasqua) abbia creato qualche imbarazzo. Ma la Curia respinge con fermezza l’insinuazione che tali contributi abbiano reso alla Chiesa una sorta di parentela con l’Ilva, tale da tradire la sua missione, a favore degli ammalati e della salvaguardia dell’ambiente.
Quasi a voler cancellare una macchia, quando le elargizioni del patron Emilio Riva furono persino definite «un dono della provvidenza». Le parole di mons. Santoro oggi guardano oltre: «Sono stati - ammette - e lo sono ancora anni complicati del rapporto di Taranto con lo stabilimento siderurgico. L'Italia ha un debito ecologico enorme con questa città. Noi non dobbiamo permettere a nessuno di sottrarre la dignità alla nostra gente».