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Taranto, abusi sulle figliastre il pm chiede 16 anni

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

Padre-padrone in cella, storia di abusi e violenze nel Leccese

L’uomo fu denunciato dalla ex compagna

Martedì 21 Febbraio 2023, 12:33

17:23

È di 16 anni di carcere la richiesta di condanna avanzata dal pubblico ministero Vittoria Petronella nei confronti di un 46enne della provincia di Taranto finito in carcere a gennaio 2021 con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di due minorenni, figlie della compagna con quale aveva una relazione, e di stalking nei confronti di quest’ultima. Per l’accusa l’uomo avrebbe minacciato le figlie della sua ex compagna, all’epoca dei fatti minorenni, di sequestrare il loro cellulare se non lo avessero toccato e non avessero permesso a lui di fare altrettanto. Al termine della sua lunga requisitoria, il pm Petronella ha chiesto una condanna pesante a cui si è associato il difensore delle vittime, l’avvocato Daniele Galoppa, che si sono costituite parti civili chiedendo un risarcimento che ammonta complessivamente a 250mila euro.

Tutto è cominciato ad agosto 2020, quando la donna – madre delle due ragazzine – si è presentata ai carabinieri per denunciare quanto le era stato raccontato dalle due figlie che avevano 11 e 17 anni: il suo compagno di allora, nei giorni del lockdown aveva iniziato a infilarsi nel loro letto e a toccarle. Non solo. Con minacce e promesse costringeva le due minori a compiere atti sessuali. Di fronte al racconto delle due figlie, la donna era stata rimasta impietrita e più volte aveva chiesto alle figlie se fossero certe di quanto stavano svelando. Di fronte alla loro irremovibilità, però, ha affrontato il compagno e dopo averlo allontanato dall’abitazione è andata a denunciare tutto. L’uomo si è difeso sostenendo di aver commesso un errore pensando che fosse il letto in cui si trovasse la donna: «circostanza – ha commentato il gip Benedetto Ruberto che firmò il suo arresto – poco credibile, giacché ella si trovava nel suo letto». Pochi giorni dopo, però, la sua resistenza era crollata e aveva nuovamente accolto l’uomo in casa e qualche mese più tardi aveva persino accettato di seguirlo all’estero. Ed è lì che la donna ha dovuto prendere atto che l’orrore descritto dalle sue figlie era tristemente vero. Un pomeriggio, dopo un po’ di riposo, si era svegliata e aveva notato il 41enne nel letto dove si trovava la piccola di 11 anni: con i suoi occhi aveva visto che l’uomo aveva allungato le mani sulle parti intime della bambina che, sconvolta, si era alzata di corsa e scappata in bagno. Quando la madre l’ha raggiunta l’ha ritrovata per terra e in lacrime: la bambina ha nuovamente raccontato degli abusi che era costretta a subire sotto il peso delle minacce dell’uomo. Alla prima occasione, la donna è tornata con la figlia in Italia e presentato una nuova denuncia. Ora il processo di primo grado è quasi al termine: nella prossima udienza la parola passerà al difensore, l’avvocato Gaetano Stea, e poi il collegio di giudici emetterà la sentenza. [F.Ca.]

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