Le dichiarazioni
«Al MArTa esperienza irripetibile», il saluto alla città della direttrice Eva Degl'Innocenti
Lascerà l’incarico il 31 dicembre: il bilancio di 7 anni di lavoro
TARANTO - Eva Degl’Innocenti tira le somme dei suoi sette anni alla direzione del MArTa. Domani sarà il suo ultimo giorno da direttrice del Museo nazionale archeologico di Taranto. Ieri mattina ha salutato la città e ha tracciato un breve bilancio del suo impegno alla guida del MArTa. «Anni di grande lavoro e di grandi soddisfazioni. È stata una esperienza irripetibile che mi porterò per sempre nel cuore». E la testimonianza migliore del grande lavoro svolto e della sua passione per valorizzare sempre al meglio il Museo, è tutta racchiusa in pochi numeri che lei stessa ha voluto riportare ai giornalisti.
Dal 2015 ad oggi, dice, «abbiamo registrato un più 119 per cento di introiti, oltre il 40 per cento di incremento di visitatori paganti e sottolineo paganti, arrivato talvolta anche al 50 per cento. Con risultati sorprendenti: sono aumentati i biglietti a pagamento, prima erano molte le gratuità. Rispetto al pre-Covid abbiamo registrato un più 15 per cento di introiti con un aumento del 20 per cento dei visitatori, mentre altrove c’è stato un calo. I visitatori sono stati circa 76mila all’anno».
A Taranto dal 2015, dopo aver vinto un bando di concorso internazionale, Degl’Innocenti sta per intraprendere una nuova grande avventura alla direzione dei Musei Civici di Bologna. A Taranto, al suo posto, è stato nominato un direttore «ad interim» - il cui nome si conoscerà già nelle prossime ore -, nell’attesa che il Ministero dei beni Culturali emani il bando di concorso internazionale per il nuovo direttore del MArTa.
Queste vissute al vertice di una delle più prestigiose istituzioni culturali del Sud resteranno tra le stagioni più intense del MArTa. Degl’Innocenti, sensibile e arguta conoscitrice del mondo della comunicazione - soprattutto social - ha saputo imprimere una incredibile accelerazione alla “vita” del Museo portandolo alla ribalta anche di mondi lontanissimi da quello della cultura. A varcare la soglia del Museo, per dare vita a strepitose collaborazioni, in questi anni ci sono artisti poliedrici e trasformisti come Achille Lauro, o la notissima influencer Chiara Ferragni, che visitò le sale del Museo prima della sfilata di moda in cui Dior portò in passerella i gioielli «ispirati» agli ori d’età ellenistica dei mastri orafi tarantini. Contaminazione tra arte contemporanea e classica, dinamismo e visione che hanno fatto del MArTa un grande Museo riconosciuto anche molto al di fuori dei confini di Taranto.
«Il MarTa non è un museo qualsiasi, il suo valore è diverso da altri. Sappiamo quanto la città abbia bisogno di rinascita e di un modello di sviluppo basato sulla cultura, il che significa recuperare le proprie radici e la propria identità perse con le sue problematiche sociali, economiche e ambientali - spiega Degl’innocenti -. Abbiamo creduto tutti in un riscatto. Oggi questo è sì un museo del territorio, ma è anche internazionale perché parla delle civiltà del Mediterraneo, parla di una Taranto che tra il III e IV secolo avanti Cristo fu la capitale culturale dell’intero Mediterraneo occidentale, la Parigi del mondo antico. Ci siamo evoluti insieme al territorio, perché Taranto sta attraversando una stagione molto positiva di rinascita grazie a una amministrazione comunale dinamica, a una Regione che è la vera locomotiva del Mezzogiorno, a Università di grande livello, alle Accademie, alle scuole, e ai cittadini. Oggi vado via soddisfatta perché penso di aver contribuito a rafforzare un museo simbolo di appartenenza e di comunità. Ricordo i primi tempi con ebbrezza e dedizione, lavoravo dal mattino presto a mezzanotte, tutti i giorni. È stata un’esperienza irripetibile, una grande avventura».
L’eredità che lascia Degl’Innocenti è pesante. È lei ad aver già tracciato la rotta del futuro del MArTa. Il museo è prossimo ad una grande opera di ristrutturazione che lo porterà a cambiare volto nella direzione della modernità. Il chiostro sarà ristrutturato, l’ingresso principale tornerà quello di corso Umberto. E poi c’è l’attenzione al cuore del MArTa: i tesori che custodisce. «Ho provveduto alla verifica degli inventari della collezione permanente nel passaggio di consegne e poi dei depositi, un grande volume di collezioni di grande importanza. Nel 2023 restituiremo la digitalizzazione di 40mila opere di cui oltre 33 mila nei depositi, cosa che offre grande impulso alla ricerca: ci sono molte opere inediti e non esposte. Per me era importante anche che il museo diventasse un motore di ricerca e formazione. La ricerca è stata messa sempre al primo posto». E oggi il MArTa è davvero un museo capace di raccontare Taranto sotto una bellissima luce nuova.