Il patto dei due mari

Taranto, Brindisi e Lecce alleate in «Terra d’Otranto»

FABIO VENERE

Il rettore di Unisalento Pollice: «Realizzeremo presto una piattaforma per una visione unitaria sui progetti comunitari e sugli investimenti»

TARANTO - «Il Pnrr, certo, è un grande strumento ma non ha una visione locale, territoriale. Senza uno sguardo unitario, senza una connessione rischia di trasformarsi in un’opportunità persa». È questa una delle chiavi di lettura del lungo intervento con cui, ieri mattina a Taranto, il rettore dell’Università del Salento, Fabio Pollice, ha presentato il masterplan Terra d’Otranto. Che mette insieme attorno ad uno stesso tavolo i comuni e le province di Brindisi, Lecce e Taranto. Ma se questa, quella appena indicata, è la cabina di regia del progetto, «la nostra iniziativa non è calata dall’alto, ma partecipata e, progressivamente nel corso del 2023, si aprirà ai contributi, alle proposte dei cittadini e delle imprese», assicura ancora il Magnifico rettore dell’ateneo salentino. E sempre Pollice ha snocciolato la road map del masterplan che poi è, in estrema sintesi, una piattaforma per coordinare i progetti in corso e quelli in fase di attuazione. «Dopo aver fatto le analisi preliminari sulle criticità e sulle potenzialità di questo territorio, a partire dal prossimo 10 gennaio, questo strumento verrà presentato ai comuni delle province. Successivamente, ci sarà lo spazio per la partecipazione dei cittadini e poi quello delle consultazioni nei vari territori. Tra l’estate e l’autunno del prossimo anno, il nostro progetto - fa sapere il rettore di Unisalento - sarà definito. Questo è un lavoro che lascviamo alle prossime generazioni. E, lasciatemelo dire, che nostro progetto è unico nel nostro Paese visto che - sottolinea Fabio Pollice - mai un’università era stato così a stretto contatto con gli enti locali, ma per me (se mi passate un’immagine solitamente usata nel gioco del calcio) l’Università ha senso se, oltre a formare, diviene il dodicesimo uomo in campo per far vincere la squadra».

Il masterplan «Terra d’Otranto», dunque, non solo farà una ricognizione dei progetti che sono già in corso a Lecce, Brindisi e Taranto ma avrà una visione unitaria per quelli futuri con chiaro riferimento soprattutto al Pnrr, ma anche alla programmazione comunitaria 2021 - 2027 e ai programmi finanziati nell’ambito del Just transition fund e della Next generation. In questo senso, anzi in questo contesto, è del tutto evidente come un lavoro di questa portata possa avere una certa rilevanza per quel che riguarda la complessità delle questioni ambientali (e quindi industriali) di Taranto e Brindisi, ma non solo. Anche qui è Pollice a fare chiarezza: «Lavoreremo in direzione dell’innovazione e della diversificazione. Non possiamo concentrarci - spiega - solo sul manifatturiero, ma ad esempio guardare con interesse anche allo sviluppo del Terzo settore e della sanità. Se ci accorgiamo che un’attività in un determinato territorio non rende, non produce occupazione, evidentemente, bisogna cambiare rotta». E da qui il passo per parlare poi dei giovani è davvero breve. E il rettore di Unisalento lo compie mostrando una serie di dati e statistiche inequivocabili. Poi commenta così: «Negli ultimi dieci anni, nelle aree della Terra d’Otranto, il calo demografico è stato notevole anche in rapporto alla regione e non solo al resto del Paese. Ancora più drammatici sono, invece, i dati relativi alla disoccupazione con particolare riferimento a quella giovanile nella fascia 25 - 34 anni. Questi numeri si traducono poi nelle formule che vengono sempre usate e che parlano di fuga di cervelli o di giovani che lasciano il Sud e la Puglia. Eppure - osserva Fabio Pollice - cè un elemento su cui vale la pena riflettere. Quale? I rilevamenti sull’imprenditorialità giovanile, soprattutto a Lecce, sono interessanti. Ecco, questo significa che i giovani hanno voglia di fare imprese qui nella loro terra. Aiutiamoli a farlo».

Infine, il rettore di Unisalento lancia un duplice messaggio (rassicurante) a Bari: «La nostra iniziativa non è alternativa al ruolo dell’Università degli studi di Bari, ma anzi tenda ad elevare ancora il territorio in cui entrambi operiamo a livello formativo. A gennaio presenteremo il nostro progetto alla Regione - conclude Pollice - che non va in conflitto con il Piano strategico territoriale regionale, ma si integra solo per migliorare la connessione con l’area della Terra d’Otranto».

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