Il caso

Ex Ilva, in campo la politica: «Presenteremo interrogazioni parlamentari a Camera e Senato»

Redazione online

I commenti riguardano la decisione assunta dai vertici di Acciaierie d’Italia di mettere fuori dallo stabilimento 145 ditte dell’indotto

TARANTO -  «Assolutamente inammissibile il comportamento assunto da Acciaierie d’Italia in un contesto nel quale ci si sarebbe aspettati una collaborazione ed una apertura al territorio ben diverse». Il senatore del PD Antonio Misiani, commissario del Partito Democratico di Taranto commenta la decisione di interrompere l’attività dell’appalto dell’acciaieria.
«Viene colpito al cuore il sistema economico della provincia jonica e, con un inevitabile quanto pericoloso effetto domino, viene messa in discussione il futuro dei lavoratori di numerose aziende. Per questo, come Partito Democratico, non possiamo assistere inerti a questo disastro. Dunque - prosegue Misiani - presenteremo interrogazioni parlamentari a Camera e Senato, ma sarà nostro impegno anche confrontarci a strettissimo giro con tutte le realtà interessate, a partire dalle organizzazioni sindacali che, tempestivamente ed in maniera compatta, hanno preso una decisa posizione in merito, e da Confindustria».
«Bene ha fatto - conclude Misiani - il primo cittadino di Taranto, Rinaldo Melucci, a rispondere in maniera energica ad una scelta che colpisce duramente la stabilità economica e sociale del territorio».

Fratelli d'Italia «Chiediamo intervento del ministro Pichetto Fratin e del sottosegretario Valentini»

«L'annuncio di Acciaierie d’Italia di sospendere l’attività di 147 aziende appaltatrici è inaccettabile: per questo, chiederemo l’intervento del ministro Pichetto Fratin e del sottosegretario Valentini anche per conoscere le reali intenzioni del gruppo». Lo annunciano il deputato di Forza Italia, Vito De Palma, e il capogruppo al Comune di Taranto di Forza Italia Massimiliano Di Cuia.

«In gioco - aggiungono - ci sono migliaia di posti di lavoro e per la provincia ionica sarebbe un vero disastro occupazionale. La politica oggi ha riconquistato il primato delle sue scelte e quindi la reazione del governo deve essere determinata a tutela di decine e decine di realtà economiche e dei lavoratori. Non vorremmo, come alcuni paventano, che si tratti di una manovra tattica correlata alla destinazione delle risorse economiche previste nel Dl Aiuti: sarebbe ancora più grave se si operassero strategie sulla testa di migliaia di persone». 

Consigliere regionale Giacomo Conserva, gruppo Lega: «Rischio emergenza occupazionale e sociale»

«La decisione assunta dai vertici di Acciaierie d’Italia di mettere fuori dallo stabilimento ben 145 ditte dell’indotto è davvero inaccettabile. Una disposizione che rischia di creare una vera e propria emergenza occupazionale e sociale, mettendo a rischio un intero comparto economico con almeno 2mila lavoratori interessati. Un atteggiamento irrispettoso nei confronti del territorio che arriva, tra l'altro, senza nessuna valida motivazione». Così il consigliere regionale Giacomo Conserva, presidente del gruppo Lega in Consiglio regionale. «Non voglio minimamente pensare all’idea - prosegue - che qualcuno, forse, sia intenzionato ad utilizzare i lavoratori per cercare di pressare il Governo centrale al fine di utilizzare quel miliardo di euro indirizzato all’azienda dall’ultimo decreto Draghi per sanare importanti debiti scaturiti da una mancanza di programmazione e pianificazione industriale. Nessuno - conclude Conserva - giochi sulla pelle dei lavoratori e delle imprese dell’indotto, che già in vivono una difficile situazione a causa dei ritardi nei pagamenti e della mancanza di liquidità».

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