L'INTERROGATORIO

«Le violenze a mio zio? Non mi ricordo... »: il caso di Mottola

Giacomo Rizzo

Al gip ha detto di non avere in mente gli episodi il 25enne che ha picchiato il parente disabile e diffuso i video dei maltrattamenti

«Per me lo zio è anche più di un padre, che ho perso da piccolo. Il ragazzo che compare nei video sono io ma non ricordo esattamente quanto accaduto». È in sintesi, quanto avrebbe riferito al gip Giovanni Caroli il 25enne di Mottola arrestato l’altro ieri dai carabinieri con l’accusa di aver segregato in casa, picchiato a mani nude e con un bastone e maltrattato lo zio di 57 anni affetto da problemi psichici (che è interdetto e assistito da un tutore nominato dal tribunale). Due video delle aggressioni sarebbero stati poi diffusi tramite whatsapp e su Facebook. L’indagato, difeso dall’avv. Cristiano Rizzi, ha sostenuto - a quanto si è appreso - di non ricordare esattamente gli episodi di violenza nei confronti dello zio e di non riuscire nemmeno a collocare molte delle circostanze nel tempo. Il legale ha spiegato che il suo assistito è «ragazzo affetto da problemi psicologici importanti, è peraltro insulina-dipendente. Suo padre fu ucciso con due colpi di pistola oltre 20 anni fa e sua madre ha avuto gravi problemi di salute ed è stata ricoverata in una struttura privata per una importante operazione chirurgica. Il ragazzo stesso fu coinvolto anni fa in un incidente stradale e rimase in coma per molto tempo. Gli fu prescritta una terapia farmacologica dal neurologo che aveva ripreso di recente. In maniera del tutto improvvida aveva cominciato a utilizzare gli stessi farmaci che davano allo zio, in particolare un ansiolitico».

La difesa ha prodotto anche documentazione «che attesta che lo zio, a seguito di alcune crisi epilettiche, era stato portato dal nipote al pronto soccorso nel mese di aprile. I medici non riscontrarono segni di percosse o di maltrattamenti. Peraltro lo zio veniva regolarmente visitato dal medico di famiglia e dal medico del tutore due volte l’anno. Nessuno ha mai segnalato la presenza di lesioni». Secondo la versione del legale, la situazione è «circoscritta agli ultimi due mesi in cui evidentemente a seguito del ricovero della madre, il ragazzo, che assumeva farmaci, ha avuto questa manifestazione violenta nei confronti dello zio».

I due video, che sarebbero stati girati tra la fine di giugno e luglio, sono finiti nella disponibilità di un ragazzo che li ha fatti vedere al proprio genitore e quest’ultimo ha poi contattato i carabinieri. È stato lo stesso autore dei maltrattamenti, rintracciato per strada, ad accompagnare i carabinieri nell’abitazione in cui vive con lo zio, al primo piano di una palazzina. In una stanza chiusa a chiave è stato trovato il 57enne, ostaggio del nipote. Era lì senza neanche una bottiglia d’acqua e senza la possibilità di poter uscire, persino di andare in bagno. I militari hanno trovato e sequestrato una piccola telecamera d’appoggio, dotata di trasmissione wi-fi, che trasmetteva le immagini sul cellulare del 25enne. Un video ritrae la vittima seminuda sul lettino, che alza con fatica le braccia per provare a difendersi, ma viene presa a bastonate. In un altro video una scarica di pugni contro il disabile indifeso.

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