L'INCHIESTA

Tari, a Taranto tra evasori e morosi mancano 16 milioni di euro

Fabio Venere

Le mosse dell'amministrazione davanti al gap del 30% del gettito: banche dati e riscossione coattiva

TARANTO - Nelle casse del Comune manca almeno un terzo di quello che dovrebbe esserci., In particolare, la cifra accertata dai contribuenti morosi oscilla intorno al 30 per cento mentre quella relativa all’evasione sfiora il 2 per cento. Ma di cosa? Della Tari o, per essere ancora più chiari, della tassa sui rifiuti. Accade a Taranto, città che il 17 ottobre 2006 fu macchiata dall’onta del dissesto finanziario del Comune. Per carità, in quella circostanza, il fallimento (politico e amministrativo) non fu determinato solo da una scarsa capacità di riscuotere i tributi locali, ma quelle difficoltà (che c’erano e ci sono) influirono.


Ora, le cifre. Che, aggiornate a fine anno, certificano la situazione. In particolare, tra cittadini che non versano quanto dovuto oppure si... dimenticano di farlo e quelli che, invece, non hanno mai sborsato un euro la cifra oscilla intorno ai 16 milioni di euro all’anno. In altre parole, tra morosi (oltre 13 milioni di euro) ed evasori (per un importo superiore a quota 3 milioni), mancano all’appello i soldi di un terzo dei (potenziali) contribuenti. Già, proprio così, si tratta di 16 milioni di euro rispetto al gettito previsto dal Comune che, per la Tari, ammonta a 42 milioni di euro. Si parte da qui, dai numeri, per tracciare un quadro a tinte fosche a cui l’Amministrazione comunale, commissariata da quasi tre mesi, sta comunque cercando di rimediare. Già, ma come? Gli strumenti messi in campo sono molteplici e, alcuni tra loro, in fase di ulteriore definizione. Tra questi, c’è la riscossione coattiva di tutti i tributi locali (non solo la tassa sui rifiuti, dunque, ma anche l’Imu e le sanzioni amministrative). E per concretizzare quest’obiettivo, il commissario Cardellicchio ha acceso il «semaforo verde» ad una delibera che, a sua volta, precede la pubblicazione di un bando di gara ormai prossimo alla pubblicazione. In questo modo, almeno è negli auspici di Palazzo di Città, si rafforzerà la lotta all’evasione fiscale che, nell’ultimo decennio, si è retta su una buona fase preliminare (quella degli accertamenti), ma è stata oggettivamente carente proprio nel recupero delle somme non effettivamente versate. A questo poi si aggiunge, da quel che si apprende in ambienti vicini al Municipio, uno scrupoloso lavoro che mira a scovare i furbetti incrociando le banche dati, ad esempio, delle aziende che erogano i servizi di gas, energia elettrica e telefonia e soprattutto quelli dell’Agenzia del territorio (l’ex Catasto, tanto per capirsi subito). Tra le misure da attuare, infine, ci sono anche i sopralluoghi magari con la collaborazione della Polizia locale.


Riscossione coattiva e banche dati, prima di tutto, ma il Comune di Taranto ha di recente varato dei servizi che, sfruttando l’innovazione tecnologica agevolano i cittadini. Tra questi, c’è lo Sportello web che offre spiegazioni ai contribuenti senza doversi necessariamente mettersi in fila davanti agli uffici della direzione Entrate comunali ubicati all’interno dell’ex mercato coperto in via Anfiteatro. Certo, il recupero dell’evasione della Tari è quello che maggiormente impegnerà i dirigenti, i funzionari e gli impiegati del Municipio, ma (naturalmente) anche sul fronte - Imu c’è qualche anomalia da ricondurre alla norma. Su questo, da quel che risulta alla «Gazzetta», sarebbero in corso da parte degli uffici delle verifiche su quei coniugi che, pur non essendo separati, risultano abitare in due case diverse per non pagare così l’imposta che grava (al massimo peraltro) sul secondo appartamento. E da questa «voce», sarebbe stato già individuato qualche migliaio di furbetti. Che ora, venuto meno l’escamotage usato negli ultimi anni, dovranno pagare. Ci dispiace per loro. Anzi no.

Privacy Policy Cookie Policy