curiosità

«Disegno la Magna Grecia sulle pagine della 'Gazzetta'»: l'arte della tarantina Giorgia Catapano

Alessandro Salvatore

Il tesoro del museo MarTa finisce sulle pagine del giornale grazie alla penna a sfera dell'artista

«La bellezza delle nostre origini ci salverà?». La risposta che l’artista tarantina Giorgia Catapano si pone è da cercare tra i giornali locali. A partire dalla nostra «Gazzetta del Mezzogiorno», sulle cui pagine, «durante la quarantena, ho iniziato a disegnare antiche opere della mia città natale, per evocare il suo periodo più bello, la Magna Grecia. L’edicola fortunatamente rimasta aperta mi ha dato l’occasione di leggere i quotidiani regionali, che ho trovato più interessanti e coraggiosi di quelli nazionali. E ciò che ho colto è che nei tempi antichi c’è la chiave per il futuro».

La penna a sfera di Catapano riproduce opere di antica ricchezza sulla carta, pescando dal «tesoro» del Museo archeologico di Taranto, «la cui riapertura mi ha reso felice - confessa l’artista alla Gazzetta - guardandola come un segno di ripresa su un percorso di valorizzazione della mia terra». Dalla Testa di donna con diadema alla moneta del Giovane col delfino simbolo del padre Taras, dall’«importato» Dio egiziano Thot all’Antefissa semiellittica con gorgone. Sono questi alcuni reperti del MArTA che Catapano ricalca con stile sui giornali locali, mostrando il seme della sua «arte del vero», che significa ricerca dell’innovazione dentro il passato, guardando, come lei stessa racconta, «alle forme di rottura del maestro della danza William Forsythe», che insegna la coreografia al connazionale Sébastien Bertaud.

In casa di quest’ultimo finiscono degli oli su tela di Giorgia Catapano che, «dopo essere stata folgorata dalla danza in occasione di una mostra ispirata al flamenco orientale al Respiro di Fiano, ho deciso di fare da spettatrice all’evento-omaggio a Philip Glass al Teatro dell’Opera di Roma. In quell’occasione non ho resistito: di fronte ai numeri coreutici ispirati al genio del minimalismo musicale, ho riprodotto le emozioni sul blocco dei miei bozzetti».

La sua trovata incontra il compiacimento dell’étoile Eleonora Abbagnato che, un anno fa, come direttrice del balletto dell’Opera, invita la pittrice tarantina a «raccontare» su tela i «pas de duex» de La Nuit Blanch. «Disegnare durante le prove di quel magnifico spettacolo - ricorda Catapano - è stato un emozionante viaggio nel tempo. Ho raffigurato la fatica e l’eleganza dei ballerini, finendo per scusarmi idealmente con Edgar Degas». Agli albori dell’Impressionismo Degas ritrae la Parigi bella e malinconica del Diciannovesimo secolo. I soggetti che lo rendono famoso ai posteri sono i fantini e le ballerine. Con le movenze di chi cerca la verità, che è alla base dei giornali di carta, finiti in «trincea dentro la trincea».

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