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Taranto, dopo il virus ora il batterio: Procura indaga su infezioni klebsiella al Moscati

 
Maria Rosaria Gigante

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Maria Rosaria Gigante

Apre reparto pneumologia, si parte con 10 posti letto

I pm analizzano le cartelle cliniche di alcuni deceduti per Covid in cui è stato riscontrato il pericoloso batterio

Venerdì 01 Maggio 2020, 13:50

Si interrompe il trend in discesa e la curva dei contagi torna nuovamente a salire. Tre nuovi casi positivi sono stati, infatti, segnalati ieri dal Bollettino regionale dei contagi da coronavirus per la nostra provincia dove il totale dei casi sale a 258. Zero decessi anche ieri. Stabile il numero dei pazienti ricoverati all’hub Covid Moscati, ieri 49 come il giorno prima (2 in Rianimazione, 17 a Pneumologia, 21 a Malattie infettive, 9 a Medicina Covid). Dimessi ieri 2 pazienti, uno da Malattie Infettive e 1 da Pneumologia. Sempre 5 i pazienti ricoverati nel presidio post-Covid di Mottola. Intanto, in relazione ai nuovi casi, anche la situazione regionale appare nuovamente in leggera rimonta.

Ieri, infatti, in Puglia i casi sono stati 43, mercoledì erano stati 49, ma martedì 22 e, soprattutto, lunedì scorso erano stati 10. Al di là dei pareri contrastanti sulla relazione tra positività e numero di tamponi eseguiti (tra i quali si conteggiano evidentemente anche quelli ripetuti sullo stesso paziente), va notato che i 43 casi di ieri sono il risultato di 2.126 test, i 49 di mercoledì il risultato di 1.838 test, i 22 di martedì il risultato di 1520 test ed i 10 di lunedì il risultato di 984 test. Nessun raffronto parallelo – nuovi contagi/tamponi - può però essere fatto sulla provincia di Taranto in quanto continua a rimanere ignoto il dato complessivo dei tamponi quotidianamente eseguiti nella nostra provincia. E che, invece, viene reso noto in altre province. E si comincia anche ad indagare sui decessi apparentemente legati alla pandemia in corso.

La Procura della Repubblica avrebbe, infatti, fatto acquisire dal Nas almeno tre cartelle cliniche di altrettanti pazienti deceduti a seguito del coronavirus, ma nei quali sarebbe stata rinvenuta la presenza anche di un batterio come la klebsiella ed altri a questo collegati, batteri in genere molto temuti in ambito ospedaliero e non solo. Insomma, aspetti che oltre a porre quesiti scientifici sulla correlazione tra questa tipologia di batteri e coronavirus, ha suscitato l’interesse della Procura che intende evidentemente vederci chiaro sull’intera vicenda.

Tornando, invece, al Bollettino di ieri, da segnalare che tra i 3 nuovi casi registrati potrebbe rientrare quello segnalato dal sindaco di Crispiano Luca Lopomo che, in un post su Facebook, ha informato della guarigione della moglie di un noto oncologo anch’egli contagiato, un caso da ascrivere alla catena di contagi di Castellaneta, ma al tempo stesso della positività di un altro membro della stessa famiglia. Una vicenda che giunge ad ulteriore conferma della frequente catena di contagi che si crea in ambito familiare una volta che uno dei componenti risulta positivo. E, quindi, della necessità che ne sarebbe derivata per tanti soggetti di effettuare quarantena ed isolamento domiciliare lontano dal resto della propria famiglia e, più adeguatamente, in strutture preposte allo scopo come da più parti indicato, magari in alberghi da requisire e destinare a queste situazioni. Ma così non è stato. Sul fronte politico, invece, è polemica del M5S in merito ai PTA (Presidi Territoriali di Assistenza) e sull’assistenza territoriale.

«In provincia di Taranto – afferma il consigliere regionale Marco Galante -  i CPT, Centri Polifunzionali Territoriali, non sono mai stati attivati e solo lo scorso dicembre è stata approvata la riconversione dell’ospedale di Grottaglie in PTA e PPA. A questo si aggiunge l’ex Umberto I di Mottola di cui la maggioranza si è resa conto solo grazie alla tv che da piano di riordino avrebbero dovuto esserci un hospice da 20 posti e RSA R1 ad alta intensità assistenziale da 40 posti. Oggi veniamo a scoprire che sarebbe tutto fermo per la mancata vicinanza della struttura a un reparto di rianimazione».

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