la crisi e il virus

«Il nostro servizio è attivo ma il tassametro è fermo»: parlano i tassisti tarantini

Fabio Venere

Ecco chi telefona ancora: «Si tratta di persone anziane che chiedono di essere accompagnate in farmacia o dal medico o per trasportare la spesa a casa»

Il tassametro non scorre sul display, i motori sono spenti e il telefono non squilla. È questa l’atmosfera a tinte fosche che si avverte parlando con alcuni tassisti tarantini. E proprio da loro, parte il viaggio della Gazzetta nel cuore della crisi tra le categorie maggiormente colpite economicamente dalla pandemia da Coronavirus.
Ora, in tutta onestà intellettuale, nessuno può affermare che chi guida un taxi sia benestante. Con l’eccezione della stagione estiva e delle vacanze natalizie e (soprattutto) pasquali, le entrate non sono certo paragonabili a quelle di città in cui, ad esempio, i flussi turistici sono (nettamente) superiori a quelli di Taranto. La premessa è utile per comprendere meglio la drammaticità della situazione in cui vivono ora i tassisti. Non a caso, i presidenti delle due principali cooperative che assicurano il servizio («Taxi Due Mari» e «Taxi 099») sono d’accordo nel fissare l’asticella del calo del loro fatturato attorno al 90 per cento. Impressionante.

«Ringrazio il suo giornale - afferma Antonio Vanacore presidente di Taxi Due Mari - per l’attenzione che dimostra verso la nostra categoria dimenticata dalle istituzioni (con qualche eccezione) e, più in generale, dall’opinione pubblica. Abbiamo iniziato a registrare una diminuzione del numero delle corse effettuate - assicura Vanacore - già nella prima parte di febbraio. Poi, dopo le restrizioni imposte giustamente dal Governo, per noi, c’è stata la paralisi quasi totale». Il telefono del radio taxi, in effetti, squilla pochissimo. «Nell’arco di tutta la giornata - precisa - non so neppure dirle se arriviamo a ricevere quindici telefonate. Chi ci chiama? Persone anziane, in prevalenza, che ci chiedono di accompagnarle in farmacia o dal medico oppure magari ci contattano per farsi portare sino a casa dopo aver fatto la spesa al supermercato. Si tratta di persone che non vogliono disturbare i figli oppure che non possono contare su altri sostegni. Anche per loro - insiste Vanacore - il nostro servizio è comunque operativo 24 ore su 24 anche se, tra noi tassisti, per esporci il meno possibile, alterniamo le presenze. Spero che il Comune, la Regione e il Governo, ognuno per la propria parte, trovino il modo per aiutarci anche (anzi soprattutto) quando questa pandemia sarà finita».

A proposito delle protezioni individuali, invece, Michele Smaltini, presidente della cooperativa Taxi 099, si lamenta del fatto che «pur essendo il nostro un servizio pubblico, nessuno ci ha dotato di mascherine e guanti. Abbiamo fatto da soli. Alcuni tra noi hanno sistemato un divisorio fai da te tra il posto di guida e la parte riservata al passeggero. Ma non solo. Ogni volta che termina una corsa (ne stiamo facendo 4 - 5 al giorno), ci adoperiamo per sanificare l’ambiente con disinfettante e amuchina visto che - spiega Smaltini - sono chiusi anche gli autolavaggi self service. Detto questo, la nostra situazione è davvero ai minimi termini anche in considerazione del blocco quasi totale dell’arrivo dei treni e di aerei dai vicini aeroporti. Resistiamo o almeno proviamo a farlo». Sperando che il tassametro ricominci a girare.

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