la segnalazione
Mittal Taranto, «gravi carenze igieniche in Acciaieria»
Dopo un sopralluogo, secondo rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza ci sarebbero «gravi anomalie» che mettono «a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori
TARANTO - «Gravi anomalie», che mettono «a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori oltre a rischiare di essere potenziale conduttore del virus Covid-19», sono state segnalate dai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) di Fim, Fiom e Usb in una nota al capo del Personale, Arturo Ferrucci e al direttore di stabilimento Loris Pascucci dopo una ispezione nella zona Acciaieria dello stabilimento ArcelorMittal Le organizzazioni sindacali chiedono "un immediato intervento mirato ad azzerare i rischi che all’interno dell’acciaieria abbiamo rilevato», riservandosi di "interessare gli enti competenti in caso contrario».
Nello specifico, i delegati sindacali evidenziano «infiltrazioni d’acqua all’interno del pulpito centrale della CCO-3 (Colata Continua) durante le giornate piovose», «disordine ambientale in quasi tutta l’area», «all’interno dei pulpiti e dei refettori scarsa igiene in quanto le pulizie degli stessi non vengono fatte in tutti e tre i turni, in palese contrasto all’emergenza Covid-l9».
AMBIENTALISTI SCRIVONO A CONTE - «A meno che non voglia confrontarsi urgentemente con il prefetto, riterremo lei ed il suo governo i principali responsabili delle eventuali emergenze che colpiranno nel prossimo futuro il nostro territorio, anche al di là dei già conosciuti danni che la produzione a caldo di acciaio produce alla salute dei tarantini e alla salubrità dell’ambiente». Lo scrivono alcune associazioni ambientaliste tarantine, tra cui Genitori Tarantini, Comitato Donne e futuro per Taranto Libera e LiberiAmo Taranto, in una lettera aperta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il riferimento è alla prosecuzione dell’attività produttiva, anche in questo periodo di emergenza Coronavirus, dello stabilimento ArcelorMittal, e al decreto del prefetto di Taranto, Demetrio Martino, del 26 marzo scorso, che sospende la produzione a fini commerciali ma consente, al momento fino a venerdì 3 aprile, l’impiego di una forza lavoro pari a 5.500 unità (3.500 diretti e 2.000 dell’indotto).
Una decisione, aggiungono le associazioni, che «non rassicura la popolazione circa un’eventuale diffusione dell’epidemia, in particolare dopo il caso di Coronavirus che ha colpito un dipendente dell’Acciaieria cui è stato concesso di abbandonare lo stabilimento a mezzo taxi, come da più parti riportato. Immaginiamo che il prefetto abbia adottato queste decisioni dopo essersi consultato con il Governo, vista la materia in oggetto».
Ritenendo «tale comportamento - osservano i firmatari della lettera aperta - una ulteriore violazione del diritto alla vita dei tarantini, i nostri legali si faranno carico di portarlo all’attenzione della Corte Europea dei Diritti nel procedimento tuttora pendente contro lo Stato italiano. Ascoltarla dichiarare - concludono - solo in presenza dell’immane tragedia che stiamo affrontando, che la salute è la principale priorità del suo governo è deprimente; per noi tarantini, risulta essere anche un’insopportabile offesa».