Università

Medicina a Taranto, la sede resta un nodo da sciogliere

Maria Rosaria Gigante

Corso autonomo, si lavora per perfezionare la documentazione

Giorni «cruciali» i prossimi per il perfezionamento della documentazione necessaria per l’istituzione del corso di laurea in Medicina e chirurgia a Taranto. L’obiettivo di un corso di studi che gli studenti potranno scegliere in maniera specifico è perseguito unanimamente dalle istituzioni, Ministero, Regione, Asl, Università e Comune.

Dopo «le criticità che stanno caratterizzando il canale formativo di medicina nel corrente anno accademico», occorre puntare alla stabilità del corso di laurea. È quanto afferma anche il Comune di Taranto che, in una nota inviata agli organi
di informazione, evidenzia come uno dei nodi da sciogliere al più presto è quello della sede che possa ospitare gli studenti e gli uffici di segreteria.

«Al momento – si legge nel comunicato di Palazzo di Città -, l’attuale sede del canale formativo, presso la sede della Cittadella della Carità, appare idonea anche in funzione dei prossimi anni accademici. Non si esclude, tuttavia – si legge -, la possibilità di valutare alternative che meglio soddisfino le esigenze legate all’ottimale allocazione della sede in funzione delle strutture sanitarie sul territorio, dal Santissima Annunziata, al futuro San Cataldo».

La nota del Comune fa, dunque, esplicito riferimento all’incontro tenutosi nei giorni scorsi tra i rappresentanti del Dipartimento Jonico dell’Università di Bari (prof. Notarnicola e prof. Tassielli), della Scuola di Medicina (prof. Gesualdo e prof. Tortorella), dell’Asl (dott. Salfi) e del Comune (dott. Imperio) presso l’attuale sede del corso di Economia.

Si era trattato – aveva anticipato la Gazzetta – di un sopralluogo mirato a verificare la possibilità di utilizzare quella sede il prossimo anno accademico, cosa che va indicata nella apposita scheda che l’Università di Bari deve predisporre per far
procedere l’iter dopo l’ok del Senato accademico. Ma – appunto come anticipato – la sede di via Ancona «non sembra soluzione più idonea rispetto a quella attuale a causa di spazi ritenuti insufficienti».

Il Comune ammette, quindi, le altre ipotesi al vaglio in questi giorni e legate alla disponibilità di sedi che sortirà dopo il dimensionamento scolastico. Non si fa, però, esplicito riferimento alla sede della scuola Acanfora che, invece, voci interne all’amministrazione davano come ipotizzabile. Al contrario, il Comune fa il nome della sede più prestigiosa su cui sarebbero caduti gli sguardi anche da parte degli organi accademici, ossia l’edificio di piazza Ebalia, ex sede della Banca d’Italia, definita
comunque da Palazzo di Città alternativa «più remota».

«Il Comune – conclude la nota - si rende, in ogni caso, disponibile a condividere ogni utile ed ottimale soluzione, senza escludere la destinazione di immobili di proprietà da ristrutturare, a testimonianza della convinzione che l’espansione
dell’Università a Taranto, del legame degli studenti con il territorio e l’impegno delle Istituzioni a beneficio della formazione universitaria possa costituire il volano per lo sviluppo economico della città in cui i giovani dovranno necessariamente essere protagonisti».

Soluzioni, dunque, che non sarebbero immediate e che pure i vertici dell’ateneo barese potrebbero indicare nella scheda da
istruirsi e inviarsi al Ministero nelle prossime settimane nell’ambito dell’iter per l’istituzione del corso di laurea in Medicina e chirurgia a Taranto.

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