Il Comune di Taranto si affida all’Agenzia delle Entrate - Riscossione per incassare 8 milioni 392mila euro che potrebbero derivare dal recupero delle somme non pagate di 3.218 atti non pagati tra la... vecchia imposta comunale sugli immobili (Ici) e la precedente versione della Tari (Tarsu, ovvero la tassa rifiuti). Il tutto, nei giorni scorsi, è stato formalizzato con un provvedimento firmato da Alessandro De Roma, dirigente ad interim della direzione Tributi.
Per essere ancora più precisi, quanto avvenuto va sotto l’ampia denominazione di «approvazione del ruolo per la riscossione coattiva delle entrate tributarie del Comune di Taranto non pagate e non opposte»,
Per la cronaca, a questo punto, è opportuno ricordare che «il Consiglio comunale, con una delibera approvata il 28 settembre 2017, aveva affidato i ruoli coattivi di tutte le entrate tributarie ed extra tributarie del Municipio proprio all’Agenzia delle Entrate - Riscossione (ex «Equitalia») sino al 31 dicembre, in via non esclusiva e - si riporta testualmente - in attesa di una riorganizzazione complessiva del sistema di riscossione coattiva delle entrate locali tutte dell’Amministrazione comunale di Taranto».
Nella determina firmata da De Roma, però, si sottolinea, anzi si evidenzia, che «si è reso necessario ed urgente affidare all’Agenzia delle entrate-riscossione (già Equitalia spa) territorialmente competente, la riscossione coattiva degli avvisi di accertamento dei tributi Ici (imposta comunale sugli immobili) e Tarsu (la precedente denominazione per la tassa sui rifiuti), a rischio di cadere in prescrizione, da notificarsi entro e non oltre il prossimo 31 dicembre e da trasferire - precisa il dirigente della direzione Tributi - nelle cartelle di pagamento in base a quanto previsto da un decreto del Presidente della Repubblica del ‘73 (titolo esecutivo e precetto)».
Sin qui, i fatti accertati. Oggettivi. Indiscrezioni, fondate, invece, fanno sapere che l’Amministrazione Melucci sta valutando come procedere sul terreno della riscossione coattiva dei tributi locali, a partire dall’1 gennaio 2019. Probabilmente, bisognerà seguire la strada maestra del bando ad evidenza pubblica che tenga conto dell’aggio da riconoscere alla società sul riscosso incassato (e non certo sulle tasse accertate).

Sono 3218 gli avvisi ignorati. Il mandato all'Agenzia delle Entrate per la riscossione
Giovedì 09 Agosto 2018, 10:24