Il confronto

Ilva, riparte la trattativa: lunedì al Mise nuovo tavolo su occupazione

Redazione online

Per le sigle sindacali Fiom: «Gli impegni di Arcelor non sono sufficienti». Fim « Serve decisione rapida»

TARANTO - Riparte lunedì, al ministero dello Sviluppo economico, la trattativa sull'Ilva con il tavolo sull'occupazione fra i sindacati e ArcelorMittal, dopo la discussione del piano ambientale proposto dal colosso siderurgico. E se la Fiom ritiene gli impegni di Arcelor non sufficienti, la Fim chiede al governo di prendere una decisione senza ulteriori perdite di tempo.

L’incontro, cui parteciperà il titolare del ministero Luigi Di Maio, fa seguito alla trattativa della scorsa settimana per affrontare, con un tavolo allargato a una sessantina fra enti locali, associazioni e comitati, le problematiche ambientali e sanitarie del complesso industriale tarantino, le garanzie messe in campo dalla cordata guidata dal colosso siderurgico. Le proposte di Arcelor, che aveva presentato una serie di impegni addizionali per l’ambiente, non hanno soddisfatto del tutto il ministro, che ha parlato di «qualche passo avanti». E al tavolo sull'occupazione che si apre lunedì alle 13 in Via Veneto si apre un nuovo capitolo dagli esiti incerti, con sullo sfondo lo scontro politico fra la volontà dell’esecutivo di portare avanti una linea di discontinuità nella gestione e una polemica aspra con l’opposizione, mentre il tempo stringe. A settembre, hanno ammonito i commissari, quando scadrà l’amministrazione straordinaria la cassa sarà vuota.

La Fiom Cgil di Taranto ritiene «non esaustivi» gli impegni aggiuntivi al contratto di aggiudicazione dell’Ilva presentato da Am InvestCo e chiede «pertanto di avere una copia delle controproposte dei Commissari Straordinari da cui è scaturito il testo dell’addendum». Il segretario territoriale Giuseppe Romano e il coordinatore delle Rsu Francesco Brigati (componente della segreteria Fiom) dicono che «gli impegni concretamente assunti non prendono in considerazione le richieste delle organizzazioni sindacali sulla garanzia di mantenere gli attuali livelli occupazionali». Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl, pone l’accento sul fattore tempo, dopo che i tre commissari del gruppo siderurgico hanno detto in Senato che a settembre la cassa finirà e che entro l’anno serviranno altri 132 milioni di euro per salvare il gruppo siderurgico. «Ad oggi tutto lascia intendere che si vada alla ricerca di pretesti per annullare la gara. Deve essere chiaro che le conseguenze di un eventuale annullamento sarebbero devastanti», spiega il sindacalista.

L’incontro di lunedì scorso, dice Bentivogli in un’intervista a First online, «mi sembra una modalità finalizzata solo a perdere tempo» e la decisione di Di Maio «di allungare il commissariamento fino al 15 settembre è stata un errore, si continuano a perdere 30 milioni di euro al mese e le ditte dell’appalto stanno licenziando». Un punto di vista, quello di Bentivogli, che inverte l’ordine dei fattori: «prima il Ministro chiarisca che cosa vuole fare, poi si fa l’accordo sindacale. Se c'è chiarezza l’intesa si troverà».

Nel frattempo il ministro dell'Interno Matteo Salvini oggi a Milano Marittima ha espresso la sua posizione sul caso: «Non penso si possa chiudere, una potenza come l’Italia non può rinunciare a produrre acciaio».

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