Il ricordo
L'ultima canzone di Ornella Vanoni: addio eterna diva ribelle
Il coro di saluti per l’interprete più libera e anticonvenzionale: «Fiera e autoironica, non si prendeva mai troppo sul serio»
Fiera, elegante, indipendente. Ornella Vanoni, scomparsa a 91 anni nella tarda serata di venerdì 21 novembre nella sua casa in zona Brera, a Milano, ha saputo ruggire e accarezzare insieme, nella musica come nella vita, regalando anche alle generazioni più giovani il «segreto» per invecchiare bene: non prendersi mai sul serio. Interprete libera e anticonvenzionale, celebre era diventata la sua «profezia»: «Non so se arrivo a Natale», pronunciata sistematicamente fin dal 2021. E alla fine non è arrivata veramente, lasciando sgomento tutto il mondo dello spettacolo, della cultura, tutta la società italiana, che nonostante l'allure da diva sofisticata che la contraddistingueva non ha mai snobbato, anzi. Amica di tutti, dai più grandi maestri della musica, ai salotti della tv, era da tempo ospite fissa e squisitamente autoironica di «Che tempo che fa», ed è stato proprio l'account della trasmissione di Fabio Fazio a dare la notizia sui social, «Grazie per tutto quello che ci hai regalato», lasciando però il conduttore senza parole: «Non sono in grado di dire niente, non ero pronto a tutto questo».
Figlia di un industriale farmaceutico e di una madre appassionata d'arte, appena maggiorenne si iscrive all'Accademia del Piccolo Teatro di Milano, dove da oggi alle 10 apre la camera ardente. Settant'anni di musica, 55 milioni di dischi venduti, ha segnato un'epoca e ha attraversato tutte le altre, arrivando perfino a ricevere, novantenne, la Laurea honoris causa in Musica, Culture, Media e Performance. In quell'occasione chiese che le fosse intitolata un'aiuola in centro: «me ne prenderei cura personalmente, pianterei fiori e pomodori». «Ogni sera cantava canzoni a mezzanotte», ricorda il vicino che abitava sul suo stesso pianerottolo. Una voce che ha portato otto volte in gara al Festival di Sanremo, l'ultima nel 2018 con «Imparare ad amarsi» insieme al brindisino Bungaro e a Pacifico le valse il Premio Endrigo per la miglior interpretazione.
«Artista colta e versatile, intellettuale, interprete raffinata di canzoni che hanno lasciato un segno profondo nella storia della musica leggera», questo il cordoglio del Presidente della Repubblica Mattarella. E la premier Meloni la ricorda come «voce inconfondibile, ci lascia un patrimonio artistico irripetibile». Il mondo della musica pugliese non ha fatto mancare la sua vicinanza: «Addio Regina», scrive Giuliano Sangiorgi, che per lei aveva composto «Arcobaleno», contenuta nell'album Unica del 2021; Serena Brancale ha voluto omaggiarla a modo suo con una cover de «La notte dell'addio» di Memo Remigi, interpretata tra le altre anche dalla Vanoni. «Mi mancheranno le nostre telefonate, i nostri discorsi sui "maschi", il tuo risotto, il modo dolce con cui mi davi i bacini sulle guance», le parole di Emma Marrone. La lucana Arisa la ricorda, invece, come «stella anticonformista, sorella delle donne, sensuale e saggia, sempre un passo oltre. Ti ringrazio per l’amicizia sfrenata che mi hai donato». «La tua ironia è stata lezione di vita per molti. Adesso hai cambiato il tuo indirizzo cosmico», il saluto di Ermal Meta.
E stava anche per registrare un nuovo brano con Gino Paoli, rivela Orietta Berti: «Ci eravamo sentite due settimane fa, mi aveva raccontato i suoi progetti imminenti». «Ognuno ha i suoi cantanti preferiti, la mia era lei», il ricordo di Laura Pausini, mentre Vasco Rossi recupera la sua versione al femminile del brano «Ogni Volta», sottolineando l'ironia costante di Ornella. «"Ma io e te dove ci siamo conosciuti"? Me lo chiedevi sempre, e questa domanda rimarrà senza risposta», il commento di Mahmood che con lei ha interpretato il successo internazionale «Sant'allegria». «Un'anima che non ha mai avuto paura di mostrarsi vera, intensa, irripetibile. Noi, due spiriti liberi, due complicità che il destino aveva fatto incontrare per riconoscersi, sostenersi, volersi bene», l'accorato messaggio dell'amico fraterno Renato Zero. Un fiume di affetto per un'artista che ha reso speciale ogni sua manifestazione artistica e umana. Citando Fiorella Mannoia, «Cerco le parole ma non le trovo, mi sembrano tutte banali, e lei ha sempre odiato le banalità. Ora solo un grande, profondo dispiacere. Ci mancherai».