L'intervista

«Ho cambiato nome in "Jova Summer Party" per staccarmi dalle polemiche, diffuse notizie false»: Jovanotti racconta «L'Arca di Lorè»

Bianca Chiriatti

Il maestoso tour fa tappa a Barletta il 17 agosto: «Ho letto di inquinamento, devastazioni, quando ci eravamo concentrati in maniera maniacale sulla pulizia dei luoghi e la bonifica delle spiagge. Abbiamo avuto 16 denunce, nessuna andata avanti»

«Ho scelto l'Arca come simbolo di vita che continua. Non per decidere cosa salvare dei miei sessant’anni, ma cosa portare con me nel futuro, insieme a chi salirà a bordo». È lo stesso Jovanotti a raccontare L'Arca di Lorè, il maestoso progetto che lo traghetterà in giro per il mondo dal prossimo febbraio partendo dall'Australia, per poi tornare in estate nel Sud dell'Italia con il nuovissimo Jova Summer Party, che il 17 agosto 2026 toccherà anche Barletta, negli spazi della Music Arena (ex cartiera), prima del gran finale nella sua Roma. «Viviamo un tempo di sconforto, paura, a cui rispondo con le azioni, muovendomi e coltivando la speranza, un messaggio lasciato in eredità da Papa Francesco». E sarà proprio un tour in movimento, in quanto da una tappa all'altra ci si sposterà in bicicletta: «Vi presento il Jovagiro, una sorta di "Cantagiro 2.0": saremo una carovana: ciclisti professionisti, ex atleti, artisti, chiunque vorrà unirsi. La bici è la mia cura e voglio stimolare la politica a investire nelle ciclovie, per un turismo più lento e consapevole».

La sostenibilità è uno dei punti chiave di questo tour: energia rinnovabile al 100%, gestione rifiuti ottimizzata, progetti di economia circolare. «Ho scelto di dare un nuovo nome anche per staccarmi dalle polemiche che ci sono state - confessa - sono state diffuse notizie false di inquinamento, devastazioni, quando ci eravamo concentrati in maniera maniacale sulla pulizia dei luoghi, l'abbattimento delle emissioni, la bonifica delle spiagge. Abbiamo avuto 16 denunce, nessuna andata avanti perché non è stato riscontrato nulla. Oggi ci concentriamo sul recupero di nuovi spazi che possono diventare arene musicali, valorizziamo le periferie per portare la festa dove meno te l'aspetti». 

Una festa coronata dall'uscita del nuovo album, il prossimo 20 novembre, «Niuiorcherubini» (Island Records), registrato in presa diretta nella Grande Mela in soli sei giorni: «Il titolo omaggia Dallamericaruso di Lucio Dalla. È un disco fuori dal tempo, non segue le tendenze, piacerà al pubblico che ama il funk, con influenze latino-americane». E uscirà di giovedì, non di venerdì come da tradizione in Italia, «quel giorno c'è già il ritorno di Ramazzotti e il live Cremonini, sono ospite di entrambi». Tornando al tour, Lorenzo risponde alle domande in collegamento dal Teatro della Cometa della capitale, riportato in vita dalla salentina Maria Grazia Chiuri, e in collegamento c'è anche il sindaco di Barletta, Cosimo Cannito: «Siamo entusiasti di ospitarti per la terza volta nella nostra città, ti aspettiamo», e Jovanotti gli risponde ricordando le esperienze del Jova Beach Party pugliese («Mi raggiunsero Checco Zalone, Giuliano Sangiorgi, i Sud Sound System: sarà una terza festa fantastica»). Da Brisbane a Kinshasa, in Congo, passando per Montreux e il Liechtenstein, sul palco sarà accompagnato non da una semplice band, ma da una famiglia musicale internazionale: Saturnino, Viterbini, Rigano, Santarnecchi, Landolfi, Pradella, Touadi, Vargas, Di Angilla, Koné, Rolando, Tomelleri e la sezione fiati diretta da Gianluca Petrella. «Sarà un prototipo di festival: una giornata intera con artisti internazionali, italiani, grandi dj - conclude - apriremo dal pomeriggio, faremo festa sui prati, e io dirigerò i lavori». Da un Festival all'altro, Sanremo? «Quest’anno non è previsto. L’anno scorso è stata un’impresa folle. Se un giorno tornasse Fiorello e mi volesse con lui, andrei. Ma lo dico sapendo che lui non tornerà».

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