Può la lingua essere cristallizzata all’interno di un museo? Può un bene immateriale e materiale al contempo essere contenuto e organizzato in un luogo fisso? Temi al centro del ciclo di quattro appuntamenti che «Sciarada, il circolo delle parole» ripropone da oggi alle 22.40 su Rai 5, con le serie «Etimo, per il museo della lingua italiana», in compagnia dello storico della lingua italiana e divulgatore Giuseppe Antonelli, docente all’Università degli studi di Pavia e presidente del comitato tecnico scientifico del prestigioso Centro Manoscritti di Pavia fondato da Maria Corti.
Il progetto televisivo nasce dal libro di Antonelli edito da Mondadori (euro 16, pp. 366) Il Museo della Lingua Italiana (2018) e accompagna la nascita del museo fiorentino, inaugurato nel luglio scorso nel suggestivo complesso di Santa Maria Novella. Le due puntate di Etimo, dedicate rispettivamente alle origini dell’italiano e agli scrittori e la norma sono il racconto di un viaggio in Italia alla scoperta di documenti, luoghi, voci e presenze che aiutano a ragionare e ad ammirare le tracce dell’italiano dal Placito di Capua, il primo documento in lingua volgare (960 d.C.), fino alle varianti dei contemporanei, come quelle suggestive vergate a penna da Eugenio Montale o a quelle contenute nei files di Valerio Magrelli. Per ogni capitolo del racconto di «Etimo», Giuseppe Antonelli si sofferma nei luoghi e nelle stanze che ospitano o che hanno visto nascere questi e altri documenti, dialogando con esperti, studiosi, appassionati o testimoni e conservatori.