Netflix

Terzo capitolo con Omar Sy per le avventure di Lupin leggendario ladro gentiluomo

Marzia Gandolfi

Dopo due anni di attesa il ladro gentiluomo è di ritorno in una terza stagione che non manca di exploit e di charme. Icona inalterabile, Lupin si impone ancora e sempre nell’immaginario collettivo a colpi di furti epici sullo sfondo dei monumenti storici parigini. Concedendosi qualsiasi trasgressione, Lupin 3 debutta questa volta nello splendore del Louvre. Parigi è di nuovo il terreno di gioco di Assane Diop, che vive in clandestinità a Marsiglia. Una breve parentesi prima di ritrovare il décor della capitale: Place Vendôme, l’Arc de Triomphe, le Galeries Lafayette, Père-Lachaise… Separato suo malgrado dalla ex moglie e dal figlio, assediati dalla stampa da quando si è dato alla macchia, decide tornare a casa e al centro del racconto.

L’idea è quella di rubare una perla nera e garantire una volta per tutte la pace della sua famiglia. Il senso dello spettacolo non gli manca: annuncia il colpo del secolo e mette in scena la sua morte, sognando la pensione in campagna. Ma l’ombra del passato spariglia il suo piano perfetto. In attesa di confermare la quarta stagione, ma non vediamo ostacoli, Netflix confeziona sette episodi che ribadiscono le costanti della serie: le beffe dell’eroe, i suoi tormenti familiari, i flashback, il racconto della sua infanzia alla fine degli anni Novanta. Tuttavia, a questo giro di furti gli autori aggiungono un po’ di sale, rinverdendo il talento comico di Omar Sy, lasciando a lungo invisibile il nemico di Lupin, introducendo sua madre, grande assente di un’infanzia difficile, e controbilanciando l’eroe solitario con la presenza di Ben (Antoine Gouy), amico antiquario e partner in crime. Alternando materia intima e prestidigitazione, rimorsi e divertissement duro e puro, Lupin ripara torti e passato.

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