L'inserto

La Gazzetta delle donne e la parità: il mondo con la A

E se un giorno i ruoli si ribaltassero? In edicola il mensile dedicato alle donne della Gazzetta del Mezzogiorno

Quindi dovremmo dire soprana, contralta? Cantante donna, dunque finale con la A? Quanto paradosso nell’inarrestabile traiettoria delle conquiste femminili. Però è vero che il linguaggio nasconde verità profonde, perché in quella resistenza a declinare con la A (sindaca, ministra, notaia, medica) si nasconde una ostinata convinzione e un dilemma: uomini e donne sono/non sono uguali? No, non sono uguali: se i maschi avessero le mestruazioni ogni mese si farebbero ricoverare in ospedale! Ma anche questo probabilmente è un luogo comune. Certo, agli uomini è accordata una naturale accondiscendenza di genere: che sbaglino qual- cosa o facciano ritardo o vengano meno a qualche impegno, pazienza, va bene uguale. Una donna che sbagli o ritardi o dimentichi o fallisca... lo vedi che non sei all’altezza? E con questo bagaglio di verità e stereotipo, ferocia e leggenda metropolitana, la società continua a trasformarsi, fenomenale sull’intelligenza artificiale, retrograda sui diritti. Così anche questo numero della Gazzetta delle Donne è stato pensato come una provocazione: il mondo con la A: e se un giorno si ribaltassero i ruoli? Spiazzante, in questo solco, la pellicola di Greta Gerwig “Barbie”. Tornando alla realtà, vogliamo ancora interrogarci sui cliché: ecco per- ché abbiamo dialogato con Cathy La Torre, autrice del libro “Non si può più dire niente”, sulle deformazioni del politically correct. E siccome dicembre è il mese di San Nicola (santo con la A, ma è una coincidenza...) proviamo a spiegare come il santo degli ultimi, dell’accoglienza, della compassione, sia diventato il “protettore delle zitelle”. Poi dici, il patriarcato.

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