Punti di vista

In mostra Padri e donne di Storia

Maria Teresa Cascino

Nel Museo Ridola di Matera riplendono i ritratti di illustri esponenti della città

Egidio Romualdo Duni, Giuseppe Appio, Francesco Paolo Greco, Cesare Firrao, Giovan Battista Pentasuglia, sono solo alcuni degli illustri esponenti della città, i cui ritratti sono esposti in bella mostra nella sala del Museo Ridola. Le opere appartengono ad un nucleo di 12 dipinti su tela eseguito dopo il 1880 dal pittore leccese Luigi Scorrano, donati dalla Famiglia Gattini al senatore Domenico Ridola.

I 12 uomini campeggiano con un’aria fiera sui muri, immortalati con il loro sguardo austero nei quadri ad olio recuperati per tornare alla luce in occasione del 150° anniversario della proclamazione dell’Unità d’Italia. Musicisti, magistrati, filosofi e ingegneri, vescovi e letterati, sono i più importanti personaggi che hanno dato lustro alla città. Una leggenda li identifica addirittura come padri fondatori della società e della cultura materana, exempla di virtù e di moralità. Mentre cerco di cogliere qualche verità in quei volti che sembrano spiarci, risuonano nella sala popolata di studentesse di Prime Minister, la scuola di politica per giovani donne che accoglie 28 allieve e diverse attiviste, suggestive parole di conferma: «La storia è il racconto degli uomini, scritto dagli uomini». E poi ancora: «Nella nostra cultura occidentale il segno primigenio è nel pensiero di Aristotele in cui la donna è Paperomenon – un maschio mancato. Le donne hanno sì un’anima, ma sono nate per essere governate dagli uomini, e il loro corpo è destinato alla procreazione e alla cura».

Guardandoci intorno, in sala comincia ad avvertirsi una certa avversione per il nucleo dei 12 materani illustri che ci circondano con sguardo vigile, non fosse altro perché sono l’esempio figurato della cancellazione profonda e remota delle donne dalla storia. Non è un caso che non ci sia neanche un ritratto di materana illustre, exempla di virtù e moralità, ad accoglierci con sguardo più caldo e amichevole. Forse tra le materane venerate, amate, illustrissime e beate c’abbiamo solo la Madonna della Bruna, per il resto nessuna è entrata nella storia. Bene allora ha fatto la Prime Minister a lanciare un contest per trovare 12 donne valevoli di rappresentare talento e capacità. Dal sacro al profano sono le Amazzoni a rappresentare un modello mitologico affascinante e autonomo dal potere maschile, e la cui isola materana, nel film Wonder Woman, celebrato in questi giorni in città con la presenza della regista Patty Jenksin, ci ricorda che il legame tra donne è la forza più temuta, più problematica e con il più alto potenziale di trasformazione del nostro pianeta. Tocca solo non averne più paura.

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