il problema

Acqua e sprechi in Puglia, «un’ordinanza per sensibilizzare al risparmio»

michele de feudis

De Leo (direttore industriale Aqp): i pugliesi sono i più parsimoniosi d’Italia. « E l’ordinanza del governatore Emiliano va nella direzione auspicata del risparmio della risorsa idrica»

«I livelli degli invasi sono al di sotto dei livelli medi, ed è un dato preoccupante. L’ordinanza del governatore Michele Emiliano va nella direzione auspicata del risparmio della risorsa idrica»: Antonio De Leo, direttore industriale Aqp, spiega alla Gazzetta come il provvedimento della Regione vada nella direzione di tutelare la possibilità di erogare l’acqua potabile ai pugliesi in un contesto ogni giorno sempre più complesso.

«La ratio? L’acqua potabile non potrà più essere usata per scopi meno nobili, come innaffiare i giardini o per il lavaggio delle strade. Si tratta di una campagna dall’impatto pratico e culturale», aggiunge il dirigente dell’Acquedotto. A cosa si riferisce? «Lo spirito che muove queste decisioni è quello di elevare ancora l’attenzione da parte dei cittadini nell’uso responsabile dell’acqua. L’Istat, del resto, ogni due o tre anni fa un censimento sui consumi idrici delle regioni e li mette a confronto: i pugliesi consumano 156 litri-abitante al giorno, mentre la media nazionale è 214. Abbiamo nel dna il risparmio dell’acqua». «Le buone pratiche - argomenta ancora - hanno portato ad un risparmio di 2000 litri in meno al secondo rispetto ai 14mila tradizionali. In questa fase oltre alla questione degli invasi, anche il tributo delle nostre sorgenti è molto basso rispetto ai numeri storici: 1000 litri al secondo in meno prelevati. E la nostra gestione è accorta, nella regolazione delle pressioni dell’erogazione e nei modelli idraulici».

L’ordinanza è una spia della crisi idrica che si cerca di fronteggiare. De Leo è netto: «Il codice dell’Ambiente classifica i vari usi dell’acqua: quello dell’uso potabile è prioritario rispetto agli altri. Gli invasi da cui preleviamo l’acqua sono ad uso plurimo, potabile, agricolo e industriale. Una previsione sul futuro? È connessa anche a quanta acqua sarà prelevata dagli altri usi. Nelle more su quasi tutto il territorio regionale stiamo risanando le condotte idriche, sono in fase avanzata una serie di investimenti strategici, su tutti il dissalatore del Tara, i cui lavori sono in corso dopo un lunghissimo iter autorizzativo». Questa nuova infrastruttura che effetti avrà nel quotidiano? «Lì avremo la possibilità di incrementare la sicurezza del nostro approvvigionamento, avremo acqua per 380mila persone, quasi il 10% della popolazione pugliese. Tra l’altro a Taranto c’è una sorgente carsica con un ridotto contenuto salino, la depurazione avrà costi energetici meno impattanti, e siamo vicinissimi ad opere come il serbatoio partitore di Taranto, che dista sedici chilometri. La condotta del Liscione verso la Puglia? E’ un’opera da noi auspicata».

La considerazione finale: «L’ordinanza è rivolta a chi fa un uso improprio dell’acqua potabile. L’impatto sul mondo produttivo e i vivai? Le serre non usano l’acqua potabile dei comuni, dovrebbero usare l’acqua affinata degli impianti di depurazione, che rilasciamo gratuitamente. Siamo fiduciosi sui positivi riscontri che arriveranno dalle nostre strategie dell’ottimizzazione dei risparmi. Tra i vari investimenti già in corso, ci sono 800 milioni per gli interventi di risanamento rivolti alle reti che hanno ben 1300 km di condotte», conclude De Leo.

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