Regionali 2025

Bottino pieno dei civici, Leo: «Noi determinanti per servire il progetto»

alessandra colucci

Due liste per un totale di undici consiglieri eletti: il civismo, in Puglia, gonfia il petto e spiega di avere ancora molto da dire, nel nome del neo governatore Antonio Decaro. Delle sei formazioni che hanno sostenuto il quasi ex europarlamentare dem, tre erano partiti (Pd, M5S e Avs) e tre civiche (Decaro presidente, Per la Puglia e Avanti Popolari): in quattro sono riuscite a superare la mannaia della soglia di sbarramento e due, appunto, sono civiche ovvero Decaro presidente, che fa sedere in via Gentile sette eletti (tra cui due donne) e Per la Puglia che, invece, in aula porta quattro uomini. Non male, alla luce del fatto che c’era chi pensava che il civismo fosse morto con la fine ufficiale dell’era di Michele Emiliano al timone di lungomare Nazario Sauro. Cinque anni fa, per la seconda elezione del magistrato, le liste a supporto erano state quindici, ma solo in tre erano riuscite a portare consiglieri in aula: accanto al Pd (quindici seggi), c’erano state due civiche ovvero Con e Popolari con Emiliano, con sei seggi a testa. Tra il 2020 e il 2025, dunque, a conti fatti, la differenza è solo di un eletto, dodici a undici.

Per Michele Abbaticchio (Decaro presidente) la vittoria (la lista è la seconda di maggioranza) non è frutto di un patto elettorale, ma viene da lontano, sugello «di un impegno nel 2015 con Decaro, in Città metropolitana. C’era un gruppo di amministratori locali che ha iniziato a lavorare, maturando e vivendo una serie di esperienze insieme, tra le quali anche il Covid, ci siamo aiutati gli uni con gli altri e questo, naturalmente, ha rafforzato il legame». Da quel nucleo «è nato un gruppo che è esploso a livello regionale, intercettando tante personalità». Tutti volti inediti per la Regione, così come deciso dallo stesso Decaro. «Il segreto è stato mettere candidati che se la potevano giocare, tutti si sono sentiti motivati, nessuno ha percepito la propria come una candidatura di servizio». Il resto lo ha fatto «il radicamento sul territorio – aggiunge Abbaticchio – e mi sento di dire che, senza questa lista, l’astensionismo sarebbe stato molto più alto».

Ora lo sguardo si posa sulla giunta, nuovo rebus per il governatore ma in casa Decaro presidente tendono a smarcarsi da voci e indiscrezioni. «La nostra è una lista nata per portare il cognome del presidente e quindi serve al suo progetto Puglia».

Gongola anche l’assessore uscente all’Istruzione Sebastiano Leo, tra i quattro eletti dell’altra civica che ha sostenuto Decaro, Per la Puglia. «Il civismo regge – dichiara - il consenso c’è stato, nonostante i grossi partiti ci schiacciavano da tutte le parti. Abbiamo retto benissimo. Ovviamente si sarebbe potuto fare di più dal punto di vista degli eletti, ma va bene». Pure Leo svicola sul toto-assessori: «Si comincerà a ragionare dopo la proclamazione degli eletti» taglia corto.

E, a proposito di Con, l’ormai ex capogruppo Alessandro Leoci, analizzando i risultati di Avanti Popolari (per la quale era in corsa, non riuscendo, però, nella riconferma), vede il bicchiere mezzo pieno: «Chi parla di insuccesso non sbaglia di poco, ma di tantissimo. Siamo arrivati a braccetto, per percentuali, con una forza nazionale come Avs, che può contare su un simbolo riconosciuto. Noi, invece, con la passione e con la capacità di ascoltare davvero la gente, abbiamo raggiunto un risultato straordinario». «Abbiamo portato al voto 54.306 cittadini – conclude - alla pari con Avs. Un dato che parla da sé».

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