il quadro
In Puglia è boom mercatini dell’usato: dal Gargano al Salento il «second hand» vale 3 miliardi
Il Tacco d'Italia terza regione più virtuosa
Il caro vita morde? Gli italiani (e pugliesi in particolare) ripiegano sull’usato. E non è un caso che anche in Puglia, dal Gargano al Salento, è boom del mercato del cosiddetto «second hand». Un po’ ovunque ci si imbatte ormai in negozi dell’usato e mercatini delle pulci che offrono una soluzione sostenibile per vendere oggetti e acquistare a prezzi convenienti. Questa tendenza, al Sud come al Nord, risponde al desiderio dei consumatori di promuovere il riuso e l'economia circolare, oltre che di trovare articoli unici e di qualità a basso costo.
A livello europeo il mercato dei prodotti di seconda mano acquistati online vale già 21,6 miliardi di euro e, secondo una ricerca commissionata al Cebr (Centre for economics and business research) da «Amazon», entro la fine di quest’anno crescerà di altri 2 miliardi.
Nel 2024 la «second hand» ha conquistato un posto sempre più rilevante nelle abitudini quotidiane: il 63% della popolazione ha dichiarato di aver acquistato o venduto oggetti usati, registrando una crescita di 3 punti percentuali rispetto al 2023. Il risultato non è una sorpresa. Si tratta infatti di un trend in costante ascesa fin dalla prima rilevazione del 2015 (quando erano il 44%), che oggi segna il definitivo affermarsi della second hand tra le principali scelte di consumo.
La fotografia è il risultato dell’Osservatorio Second hand economy, realizzato da Bva Doxa per «Subito» che registra l’evoluzione della compravendita dell’usato, ormai profondamente radicata nel comportamento degli italiani come economia distribuita, alternativa e circolare.
Sul podio delle regioni più virtuose d’Italia in fatto di second hand nel 2024 troviamo al primo posto la Lombardia (con un totale di 4,6 miliardi di euro generati), seguita da Lazio e Campania a pari merito con 2,9 miliardi di euro.
Anche questa analisi conferma la centralità dell’online: nelle tre regioni sul podio, infatti, la percentuale maggiore del valore economico è stata generata proprio attraverso canali di compravendita online. Al terzo posto troviamo Puglia che è stata la regione che ha mostrato la crescita maggiore tra 2023 e 2024, passando da 2,1 a 2,8 miliardi di euro di valore generato.
Anche qui da noi come altrove, il digitale ha trainato la crescita della «second hand», un mercato che ha ricevuto un forte impulso soprattutto dalle giovani generazioni, «Millennials» e «Generazione Z», che preferiscono acquistare prodotti di seconda mano per ragioni economiche, ambientali e sociali.
Il valore economico generato dall’economia dell’usato ha toccato livelli da record raggiungendo 27 miliardi di euro (un miliardo in più rispetto al 2023), pari all’1,2% del Pil italiano.
Rispetto al totale del valore generato, ben 14,4 miliardi di euro provengono dalla dimensione online, che per la prima volta supera l’offline.
Il boom della compravendita dell'usato è guidato da piattaforme come «Vinted» per la moda, «eBay» per una vasta gamma di prodotti e aste, «Subito» per annunci locali e oggetti vari, e «Facebook Marketplace» per la vendita di prossimità, tutte esperienze che facilitano lo scambio di articoli usati e offrono un modello di business fiorente nel settore del «second-hand».
Nella top 3 dei prodotti più comprati online troviamo: abbigliamento e accessori, che registra una crescita decisa (passando dal 22% al 43% in cinque anni), libri e riviste (31%) e arredamento e casalinghi (25%).
Le motivazioni che, invece, spingono i pugliesi (e gli italiani in generale) a scegliere la «second hand» come alleata sia per gli acquisti che per le vendite, sono quelle legate al risparmio per chi acquista (61%), e quelle legate alla riduzione degli sprechi (42%) e al guadagno (37%) per chi vende.
D’altra parte, il 72% vende usato per liberarsi del superfluo, il 42% perché crede nel riuso, e il 37% ammette che lo fa per guadagnare.
Se guardiamo invece ai valori associati alla second hand, «dare valore alle cose» e «non sprecare» emerge nel 2024 al primo posto (55%), attribuendo quindi un significato forte di circolarità a questa economia, e superando, seppur di poco, la «sostenibilità» (54%) che storicamente era al primo.
Cresce poi anche il numero di intervistati che reputa la second hand una «scelta attuale e intelligente» (49%) e chi la vede come un’opportunità di «guadagno/risparmio» (42%).
Quest’ultimo non è solo un driver in crescita, ma diventa un valore intrinseco non più solo per i più giovani ma anche per le altre generazioni.