dopo il sondaggio

Elezioni regionali, Gasparri (FI): «Sinistra aiutata da procure tolleranti. A destra D’Attis ha il coraggio di lottare»

michele de feudis

Il sondaggio sulle prossime elezioni regionali realizzato per la Gazzetta accende la sfida: «Mauro è una garanzia antimafia. Faremo sintesi unitaria dappertutto»

Presidente Maurizio Gasparri, la Gazzetta ha pubblicato i sondaggi sulle regionali, con il centrosinistra in vantaggio. Chi ha più suffragi, Decaro, però tentenna sulla candidatura. Cosa c’è sotto in questa lite tra l’eurodeputato e Michele Emiliano?

«La sinistra si è appropriata della Puglia, grazie alla tolleranza della giustizia nei confronti dei progressisti in particolare a Bari. Si sentono padroni della Regione, pensano che sia una “multiproprietà”».

In che senso?

«Vorrebbero starci tutti - a comandare - lo stesso periodo e nello stesso appartamento. Decaro si sente il predestinato fin da quando andava a casa dei parenti del boss accompagnato da Emiliano: cito le parole del governatore. La Regione Puglia è una multiproprietà ambita. Emiliano dice che “si sta bene in questi appartamenti regionali”, Decaro dice “tocca a me”, e si risveglia pure quell’altro».

A chi si riferisce?

«A Nichi Vendola, che si era ritirato. Un consiglio regionale con un ipotetico presidente e due personaggi ingombranti, ammetto che può far litigare a sinistra».

Sull’Ilva Decaro ha sottoscritto una interrogazione dei 5S a Bruxelles, critica dell’Aia del governo. Sui temi industriali la posizione dell’eurodeputato è tutta da scoprire…

«La linea della sinistra è tutta da scoprire. Sull’acciaieria il sindaco di Taranto Bitetti ha annunciato le sue dimissioni perché non sapeva che fare. Il capoluogo ionico è stato ingannato dalle varie sinistre. Lì i 5S superavano il 50%, ma dopo qualche mese Di Maio e altri furono costretti dalla gente a rifugiarsi in Prefettura. Decaro non si capisce se ha la linea dei 5S. Intanto se ne occupa il governo Meloni, anche il 12 agosto, mentre i sindacati vogliono pensarci dopo i bagni di Ferragosto».

Che partita è quella della Puglia nel voto d’autunno?

«È una sfida difficile per il clientelismo messo in pratica da Emiliano e per le le condizioni ambientali di grande tutela che la giustizia ha avuto verso una gestione dissennata della sinistra, dalla Xylella ad altre note vicende giudiziarie. Decaro ancora si deve capire se nelle municipalizzate abbia assistito a quello che succedeva. C’è ancora da scrivere qualche pagina di chiarezza su Codice Interno. Il Comune di Bari, pur rispettando tutte le valutazioni, andava sciolto per infiltrazioni. Il giudizio finale è sospeso, ma i sorrisini del procuratore Rossi a San Macuto non ci hanno commossi. Ne riparleremo in una nuova audizione con il sostituto Francesco Giannella».

Il centrodestra?

« L’ultima volta abbiamo messo in campo Raffaele Fitto, ora è con merito commissario europeo: ebbe una sconfitta inattesa, contro un grumo di potere».

Sul tavolo c’è la proposta azzurra di Mauro D’Attis candidato.

«Il sondaggio mostra che c’è molto da fare per recuperare. Gli altri sondaggiati del centrosinistra hanno gestito il potere per molti anni, Decaro ha fatto dieci anni da sindaco, “visite domiciliari” comprese».

Cosa aspettate per decidere chi schierare?

«Speriamo che si decida presto. Tajani segue dossier internazionali in queste ore, accoglie bambini da Gaza. Il contesto è complesso. Di sicuro avremo un esito unitario più facile di quello che la sinistra non sta avendo. In Calabria un audio di un dirigente Pd mostra il disastro dei progressisti. Noi in Puglia e altrove faremo sintesi».

Con D’Attis?

«Mauro ha vissuto e vive il territorio, ha amministrato Brindisi con Mimmo Mennitti, sotto il profilo della lotta al crimine è una garanzia, è vicepresidente dell’Antimafia. È tra le opzioni in campo una delle più credibili. Quando si fa il suo nome, lui non si tira indietro. Altre forze politiche hanno nomi, ma finora evitano la contesa perché ritenuta troppo dura. D’Attis è molto ferrato, è pronto a coinvolgere l’elettorato della città di Bari. Non imponiamo nulla, ci rimettiamo alla discussione della coalizione. C’è però da sostenere lo sforzo chi se la sente di affrontare questa prova».

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