TERRITORIO FRAGILE

L’erosione «ruba» 42 chilometri alle coste di Puglia e Basilicata

Marisa Ingrosso

Ispra: in 15 anni si registra un avanzamento solo tra Barese e BAT

Il mare si sta mangiando arenili e scogliere d’Italia. A parte alcune eccezioni (la Toscana ha guadagnato 43 chilometri di riva), ci sono regioni che stanno perdendo territori costieri. Il fenomeno è evidente in Puglia dove, nel periodo 2006-2020, a fronte di un avanzamento di 80 chilometri, l’erosione ha strappato via 111 chilometri di coste, con un saldo negativo di 31 km. Sempre nello stesso lasso di tempo, in Basilicata sono andati perduti 10 km di coste, dei quali 9,5 nel Materano.

È l’Ispra-Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale a tracciare questo bilancio di stima nel suo quarto dossier triennale «Dissesto idrogeologico in Italia - 2024» di recente pubblicato. Si scopre così che, in Puglia, le uniche aree ad aver acquistato coste sono nel Barese (1,4 chilometri) e nella provincia Barletta-Andria-Trani (0,3 km). L’Adriatico s’è mangiato 1,6 km del Foggiano e lo Jonio s’è ingoiato 8,9 chilometri di costa nel Tarantino, ma è nel Leccese (-10,6 km) e nel Brindisino (-11,5 chilometri) che la differenza tra erosione e avanzamento costiero è più marcata.

Molto, molto, seria appare la situazione in Basilicata. Scrive Ispra che «i rilievi periodici hanno evidenziato che l’arretramento della riva e la perdita di superfici marino-costiere sono particolarmente evidenti e profonde in corrispondenza delle foci dei fiumi e delle grandi opere portuali». Ed «entrambi i fenomeni» sono presenti «in una delle aree più naturali ma anche maggiormente colpite dall’erosione di tutta la costa italiana, il Metaponto». Oltre a rilievi importanti «l’area tra la vecchia e la nuova foce dell’Agri», Ispra evidenzia che «si osservano le conseguenze dovute alla costruzione del porto turistico di Marina di Policoro. L’imboccatura portuale ha completamente annullato il trasporto sedimentario verso nord, rendendo il trend erosivo più marcato. Nonostante la costruzione di due pennelli tra la vecchia e la nuova foce fluviale, l’erosione nel paraggio è arrivata a superare i 200 metri».

ingrosso@gazzettamezzogiorno.it

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