Politica
Regionali, i tormenti di Emiliano e l'ipotesi di un incarico romano. Lo sfogo: «Potrei non candidarmi»
L’ipotesi di un incarico romano. Campania, Schlein e De Luca chiudono su Fico
«Potrei non candidarmi...»: Michele Emiliano ha guardato in faccia i suoi due interlocutori, entrambi fedelissimi, e ha buttato lì una frase che contiene una robusta porzione di verità. Il governatore è carico a palla per una campagna elettorale che ancora non si sa quando inizierà e che a questo punto non si sa nemmeno se lo vedrà partecipe non per il veto di Antonio Decaro, che mal gradisce di ritrovarsi tra i consiglieri gli ex governatori Emiliano e Vendola. È carico a palla, appunto, ma anche stanco di essere messo in discussione e così starebbe accarezzando l’idea di accettare un incarico romano che farebbe giustizia anche di una battaglia che conduce da anni e che ha iniziato da solo, litigando ferocemente anche con i vertici di allora del uso partito. Entro fine mese se ne saprà di più, anche perché l’incarico potrebbe portare Emiliano alle dimissioni, lasciando la gestione al suo vice Piemontese.
Quello che accade in terra di Puglia viene attentamente valutato a Roma dove Elly Schlein, alla fine, ha incontrato Vincenzo De Luca. Per fare «il punto in vista delle prossime elezioni regionali», ha fatto sapere il Nazareno. Un faccia a faccia «positivo e proficuo», arrivato a qualche giorno di distanza da quello fiume (4 ore) della leader dem con il governatore toscano Eugenio Giani. La segretaria, quindi, continua a stringere i bulloni per la costruzione «di alleanze competitive in tutte e 6 le regioni che vanno al voto», per usare le sue stesse parole. De Luca, nella “road map” del Nazareno, era di certo l'interlocutore più ostico. «È stata condivisa la necessità di concentrarsi anzitutto sui punti programmatici dell'agenda di governo, da costruire partendo dall'importante lavoro svolto in questi anni in Campania», è la sintesi ufficiale che viene fatta al termine dell'incontro, con un riconoscimento dei 10 anni di De Luca a palazzo Santa Lucia. In soldoni, però, il passaggio più rilevante è quello dedicato al lavoro da fare per «individuare, senza veti o posizioni pregiudiziali, il candidato presidente in grado di rappresentare e fare sintesi in tutta l'area progressista». Chi segue il dossier Campania in casa dem, non ha dubbi: «È’ il via libera a Fico». Una “impronta”, quella dell'ex presidente della Camera, che i più maliziosi scovano anche nell'uso del termine «candidato presidente» utilizzato dal Nazareno, in era Schlein sempre attentissimo alla «gender equality», nella nota ufficiale. Non è un caso, probabilmente, che a stretto giro arrivi il commento (sintetico, per la verità) di Giuseppe Conte sul dossier Campania: «Si va avanti», dice il leader M5s. Sui contenuti dell'incontro tra il governatore campano e la leader dem, senza conferme ufficiali, fioccano le indiscrezioni. Tra i temi trattati ci sarebbe stata la questione della lista civica di riferimento di De Luca alle elezioni. Come anche dei lumi che il governatore campano avrebbe chiesto alla leader dem su questioni come il ruolo del suo braccio destro Fulvio Bonavitacola nel prossimo governo regionale e su un eventuale ingresso di Piero De Luca nella segreteria nazionale del Pd.
«Ma ormai De Luca ha capito, non ha più il margine che avrebbe avuto mesi fa», è la lettura di alcune fonti dem campane. Di sicuro lo “sblocco” della Campania, con quel "nessun veto" sul candidato, può essere il colpo decisivo per far combaciare tutte le altre tessere del puzzle elettorale del centrosinistra per le prossime regionali.