Regione
Disegno di legge per salvare i 50 consiglieri: «Seggi invariati se il calo dei residenti è del 5%»
Il centrodestra ha depositato una proposta in Parlamento: risolverebbe il caso della Puglia evitando che gli eletti scendano a 40
Nessuna spesa in più, ma uno strumento per tutelare la rappresentanza e la possibilità dei governatori di organizzare le giunte distribuendo le competenze: sono queste le chiavi di volta del disegno di legge presentato al Senato dai senatori Lucio Malan, Massimiliano Romeo, Maurizio Gasparri e Micaela Biancofiore per evitare la riduzione del numero dei consiglieri regionali in presenza di una residuale riduzione dei cittadini del territorio e per aumentare il numero dei componenti degli esecutivi, al fine di curare al meglio settori strategici della politica regionale. Con queste motivazioni, che non andrebbero in collisione con le sensibilità del Quirinale (emerse informalmente nelle scorse settimane), i proponenti auspicano le modifiche all’articolo 14 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, in materia di adeguamento del numero di consiglieri e assessori regionali. Di fatto questo provvedimento, se approvato, bloccherebbe la riduzione del numero dei consiglieri regionali in Puglia (che passerebbero con la norma in vigore, da 50 a 40 perché la Regione ha meno di 4 milioni di abitanti).
Nel documento di presentazione del ddl si spiega che «la proposta normativa si muove in due direzioni: da un lato, introduce un margine di tolleranza del 5 per cento rispetto alle soglie demografiche individuate dal decreto-legge n.138 del 2011; dall’altro, consente un lieve ampliamento del numero massimo degli assessori regionali per le regioni demograficamente più piccole». Quest’ultimo passaggio è stato introdotto su espressa richiesta dei vertici della Lega.
«Al comma 1, lettera a), - è scritto nella relazione - si stabilisce che il numero dei consiglieri regionali non debba essere modificato qualora la variazione demografica, in aumento o in diminuzione, sia contenuta entro il 5 per cento rispetto alle soglie previste dalla normativa vigente. Tale modifica introduce un elemento di proporzionalità e flessibilità, volto a evitare che scostamenti minimi e, in molti casi, fisiologici nella popolazione residente determinino automaticamente un cambiamento nella composizione del Consiglio regionale, con possibili ripercussioni sull’equilibrio politico e sulla funzionalità e stabilità istituzionale dell’ente». «La norma - concludono - trova giustificazione in considerazione dei significativi mutamenti demografici in corso, dovuti a fenomeni migratori, spopolamento delle aree interne e dinamiche socio-economiche complesse ed ha un impatto anche sui trasferimenti erariali alle regioni, in quanto il mancato adeguamento del numero dei consiglieri alla popolazione registrata dall’Istat prevede la riduzione dei trasferimenti erariali alla regione».
L’incardinamento del disegno di legge nella Commissione Affari istituzionali di Palazzo Madama è un segnale della volontà politica della maggioranza, e di larga parte dell’opposizione, affinché si intervenga sul piano legislativo in tempo perché la Puglia possa andare al voto con cinquanta consiglieri da eleggere. La riduzione a 40, infatti, rivoluzionerebbe il quadro politico, elevando di fatto lo sbarramento per accedere alla ripartizione dei seggi e complicherebbe la costruzione delle liste, rendendo complesso il raggiungimento del quorum per le forze meno radicate.