Il caso

La legge pugliese sulle nomine, i tecnici avevano avvertito: «Non si può fare, dovete modificare lo Statuto»

Il referto degli uffici legislativi sulla prima proposta approvata in commissione a luglio 2024: «Tra Puglia e Toscana differenze incolmabili»

La proposta sulle nomine predisposta dalla grillina Antonella Laricchia e mutuata con il copia e incolla da un testo approvato nel 2008 in Toscana era già stata licenziata per due volte in commissione personale. Una nella scorsa legislatura, l’altra a luglio. E in entrambe le occasioni il referto tecnico predisposto dagli uffici del Consiglio pugliese aveva affermato una cosa semplicissima: non si può fare. Perlomeno non riportandosi pedissequamente al modello toscano.

Il referto, con la firma della segretaria generale Mimma Gattulli, giudicava la proposta «non adeguata a perseguire, da sola, gli effetti che si prefigge di voler raggiungere»: il disegno di legge Laricchia «riprende quasi completamente le disposizioni contenute nella legge della Toscana», che però «non sono automaticamente mutuabili nel nostro ordinamento»...

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