Contro la legge Calderoli

Regione, pasticcio referendum la delibera approvata è nulla

Il Consiglio dimentica di indicare i delegati: dovrà rivotare. L’opposizione: figuraccia

BARI - C’è un errore nella delibera con cui martedì il Consiglio regionale ha approvato i due quesiti per il referendum abrogativo sulla legge attuativa dell’Autonomia differenziata. Il provvedimento, passato con 25 voti favorevoli e 9 voti contrari, è privo della delega al deposito. E dunque dovrà essere rivotato, quasi certamente tra lunedì e martedì.

Un vero e proprio pasticcio, una clamorosa figuraccia che ha creato grande imbarazzo negli uffici e molta irritazione nella maggioranza. L’atto mandato in votazione, sottoscritto da 14 consiglieri del centrosinistra con la prima firma del governatore Michele Emiliano, contiene infatti la previsione della nomina dei delegati al deposito. Ma quell’adempimento, previsto da una legge del 1970, non è stato portato in votazione dalla presidente Loredana Capone. E nessuno, dalla maggioranza, glielo ha fatto notare.

L’ultima volta che la Puglia si è imbarcata in un referendum abrogativo è stato nel 2015, per la consultazione popolare contro le trivelle. E in quella occasione il Consiglio votò regolarmente la nomina dei delegati, cui spetta materialmente il deposito del quesito nella cancelleria della Corte di Cassazione. Martedì, invece, il passaggio è stato completamente dimenticato, nella bagarre sul Trattamento di fine mandato (poi accantonato) e soprattutto del fuoco di sbarramento dell’opposizione che ha presentato 20 emendamenti «di disturbo» rispetto ai referendum. Emendamenti tutti respinti, ma dopo una lunghissima discussione.

Il caso è stato affrontato ieri dalla segreteria generale del Consiglio. Per evitare qualunque rischio, l’ipotesi prevalente è che la delibera sui referendum debba essere ri-votata con l’indicazione dei delegati.

Di «pressapochismo del centrosinistra» parlano quattro consiglieri di Forza Italia. «Non ci vengano a raccontare di averlo fatto consapevolmente per poi indicare i delegati in una seduta successiva: sarebbe a dir poco ridicolo. se su un tema che fa tanto scatenare Emiliano e i suoi sodali accade questo, figuriamoci la sciatteria con cui vengono affrontati i problemi dei cittadini». Fratelli d’Italia rileva che «il Consiglio regionale ormai è diventato un grande spot elettorale in vista delle prossime regionali», e ricostruisce la fatica per portare a casa i provvedimenti programmati martedì: «Consiglieri bloccati sulla porta e riportati di forza in aula, altri prelevati dai bagni, tutto in un clima surreale».

Nella maggioranza, pur ammettendo la figuraccia, si tende a minimizzare: sostenendo che basterebbe pure tornare in Consiglio per integrare semplicemente la delibera con la nomina dei due delegati (che questa volta, non essendo una decisione bi-partisan, saranno verosimilmente entrambi riconducibili al centrosinistra allargato). Si fa poi notare che sarebbe stato in ogni caso necessario riconvocare l’assemblea per l’approvazione del Defr, il Documento di economia e finanza regionale, che martedì non è passato perché mancavano i 26 voti necessari. [m.sc.]

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