Verso le amministrative
I grillini non fanno nomi: «A Bari decide la coalizione»
Donno: «Ascoltiamo gli attivisti e la base». Spazio alle intese su Lecce
BARI - «Non c’è una nostra opzione a sostegno di Michele Laforgia»: Leonardo Donno, coordinatore regionale del M5S, ieri ha presieduto insieme a Raimondo Innamorato e Gianmauro Dell’Olio l’assemblea grillina nell’AncheCinema. I riflettori erano tutti volti a registrare una presa di posizione dei pentastellati, tra i primi a contestare l’adozione delle primarie per scegliere il candidato sindaco per le comunali di Bari del 2024. Il congelamento dei candidati operato da parte del Pd (con però Laforgia in campo per la sinistra), potrebbe rendere più agevole un lavoro di ricomposizione della coalizione. Nell’atrio del cinema barese ieri c’erano anche osservatori attenti come l’assessore dem Pietro Petruzzelli e un dirigente della Giusta Causa.
«Il metodo? Noi ascoltiamo gli attivisti e la base - spiega il parlamentare salentino alla Gazzetta - . Dalla discussione non è emerso però un nostro candidato». Oggi ci sarà la riunione del tavolo della coalizione: «Apprezziamo molto l’azzeramento dei propri nomi da parte del Pd. Aiuta il dialogo», chiosa ancora. «Abbiamo fatto un richiamo alla responsabilità, raccolto dai dem. Di fatto la posizione assunta da Boccia e De Santis favorisce l’unità dell’alleanza». L’assemblea però è risultata molta molto critica dell’operato della giunta Decaro, con rilievi puntuti sulla pulizia e sulle periferie: «Non parliamo di discontinuità con l’amministrazione attuale ma di migliorare con l’azione e i suggerimenti dei 5S per dare una nuova impronta di cambiamento».
Sullo sfondo restano però le scintille tra l’area progressista della Giusta Causa e il fronte del centrosinistra che vede Pd e Con reclamare una centralità nella scrittura dei programmi e nella scelta del prossimo candidato. «Al tavolo cercheremo di capire - puntualizza Donno -. Non mettiamo alcun veto. A noi piace il modello Foggia. Lì il sindaco è grillino? No, non è iscritta ma l’abbiamo indicata noi. La fretta poi è cattiva consigliera, ma vogliamo fare presto. Dobbiamo presentarci alla città». Sul rischio legalità che penderebbe secondo Michele Laforgia sulla politica cittadina, Donno è concorde: «L’etica pubblica è uno dei nostri capisaldi. Ci sono degli avvenimenti che ci danno un quadro simile in diversi territori. per questo motivo noi poniamo trasparenza e legalità come capisaldi». L’ultima battuta è su Lecce, dove il centrosinistra sta facendo e primarie tra Pierpaolo Patti (vendoliano) e il sindaco uscente Carlo Salvemini. Donno è prudente e lascia aperti piccoli spiragli per una ricomposizione: «O c’è un azzeramento delle primarie o prendiamo atto di quello che sta avvenendo. Stiamo lavorando per un percorso alternativo e abbiamo individuato diversi candidati potenziali. Se poi dovesse arrivare una apertura, la valuteremo», conclude.
Intanto in vista della riunione di oggi pomeriggio del tavolo della coalizione si registra la presa di posizione di Stefano Franco, segretario provinciale di Italia Viva, schierata con l’ex presidente della Giusta Causa (come anche Sinistra italiana e socialisti): «Siamo ben consapevoli che la grande sfida che ci aspetta è quella della gestione dei fondi del Pnrr e riteniamo che l’avvocato Laforgia sia per tutti a riguardo un garante della legalità».
La discussione, convocata per domani da Gianfranco Todaro, responsabile del Pd Bari, è parte però anche di un tavolo nazionale nel quale dem, Si e Verdi, e 5S dovranno trovare la sintonia per consolidare l’asse delle opposizioni al governo Meloni nelle prossime amministrative. E la generosità del Pd (che ha ritirato i suoi tre candidati sindaco Lacarra, Petruzzelli e Romano) dovrà essere ora accompagnata da una sensibilità comune nel costruire un campo largo (e compatto) anche a Bari.