BARI - Una protesta basata su notifiche di e-mail tutte uguali. Un modo di alzare la voce intasando le caselle di posta elettronica dei vertici del Policlinico di Bari e della Gastroenterologia della struttura ospedaliera barese. Parole, scritte dai 651 trapiantati di fegato che vivono in Puglia, che seguiranno uno stesso schema per chiedere «una unità operativa pre e post trapianto, con posti letto in numero adeguato e personale». Ad annunciarlo è la presidente dell’Associazione italiana trapiantati di fegato (Aitp), Rita Cuna.
«Sono la trapiantata numero 40 della Puglia, ho subito l'intervento 22 anni fa e da allora nulla è cambiato - spiega - tutti i trapiantati sono nelle mani della Gastroenterologia ma è un reparto che si deve occupare non solo di noi ma anche di chi è in attesa di trapianto gestendo prenotazioni, esami, visite e controlli oltre che di altre persone affette da altre patologie. Per questo servirebbe una unità operativa esclusiva per il pre e post trapianto». La presidente dell’associazione ricorda che «da mesi attendiamo una risposta dalla Regione. Nell’ultimo incontro, avvenuto nel luglio scorso, ci siamo lasciati con il solito 'ci aggiorniamo'. Sono passai 4 mesi ma nessuna novità è arrivata né tanto meno abbiamo copia del verbale».
«Dobbiamo solo ringraziare la Gastroenterologia: i medici fanno più di quello che possono, siamo grati alla loro dedizione ma sono allo stremo, lo vediamo e non può andare avanti così», aggiunge Cuna e conclude: «Qualcuno deve aiutarci a risolvere la situazione».