Welfare

Puglia, Rsa per anziani e disabili «Meno burocrazia e più posti»

Cosimo Lanzo

Saracino (Fimpi): pochi gli infermieri, vogliamo assumerli dall’estero

«Snellire la burocrazia, aumentare il fabbisogno e diminuire gli sprechi». A fare il punto sulla situazione della sanità pugliese è Alessandro Saracino, rappresentante in Puglia della Federazione Italiana Piccole e Medie Imprese (Fimpi), che da anni come imprenditore si occupa delle strutture assistenziali per disabili e per anziani e di prestazioni salvavita come la dialisi.

«Chiediamo alla Regione di chiudere gli atti di conferma e accreditamento delle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) man mano che arrivano - spiega Saracino -. Ma soprattutto date le lunghe liste d’attesa che hanno sia le Rsa anziani che le Rsa disabili, chiediamo la possibilità di avere nuovi posti per soddisfare le esigenze. Il fabbisogno è molto più ampio di quello esistente». Qui però si entra nel tema del fondo sanitario destinato alla Puglia a come viene usato: «I fondi non bastano, non sono sufficienti secondo la Regione. Però poi abbiamo assistito a delle spese improduttive, a sprechi come durante il Covid ad esempio».

C’è poi il tema della burocrazia, che sta mettendo in seria difficoltà la sanità pugliese: «Chiediamo più celerità perché le strutture che fanno richieste o che hanno diritti sono costrette ad aspettare lunghi mesi per conoscere l’esito burocratico delle proprie istanze». Il rappresentante delle Piccole e medie imprese fa un esempio pratico: «Sul tema della cessione delle aziende ad altri soggetti la legge prevede che la Regione dia il proprio parere sui requisiti morali del nuovo soggetto che acquisisce o prende in affitto un’azienda ma l’interpretazione della Regione al momento è tutt’altra perché prevede una verifica sul cedente, regolarmente autorizzato fino al minuto prima della cessione, e poi una verifica sul cessionario che deve avere gli stessi requisiti. Si prendono anche un anno e mezzo per effettuare tali verifiche - sottolinea Saracino - e bloccano la continuità aziendale. Basterebbe accettare le autocertificazioni e controllare a posteriori».

La burocrazia secondo Saracino deve essere snellita anche per le nuove attività: «Noi al momento abbiamo lunghe liste d’attesa perché i distretti delle Asl mandano alle strutture richieste di inserimento ma non c’è il fabbisogno in una provincia. Perché la Regione spedisce i cittadini fuori provincia, tra l’altro facendo peregrinare gli stessi utenti e i familiari, se ha la possibilità di far aumentare i posti in quella di competenza?», domanda Saracino. Utenza finale che da anni sta soffrendo delle lunghe lista d’attesa: «Se all’imprenditore privato si dà la certezza dell’investimento si potrebbero dare risposte immediate. Non deve essere demonizzato il privato ma deve essere complementare al pubblico, come nel caso delle prestazioni accessorie o ambulatoriali».

Infine c’è il tema sempre più sentito della mancanza di medici e infermieri, non solo negli ospedali ma anche nelle strutture assistenziali: «Noi avanziamo la richiesta di poter assumere infermieri dall’estero, riconoscendo i loro titoli - evidenzia il rappresentante della Fimpi -. Altro punto riguarda le terapie non invasive e di lieve entità, per cui con un piccolo corso di abilitazione si potrebbero utilizzare gli Operatori socio sanitari (Oss) o anche gli Oss specializzati. Cosi come il medico fisso richiesto per una struttura Rsa per disabili, a cosa serve se interviene già il medico di base? Utilizzando tali figure si liberebbero risorse da poter utilizzare negli ospedali». Infine un appello al governo: «Il budget per la sanità non può essere equiparato al budget destinato per la spesa militare. Possiamo spendere meno in armamenti e dobbiamo spendere più nella salute, è un diritto dei cittadini».

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