Il caso
Puglia, Aldo Patruno annulla la festa con l'Iban. Il dirigente: «Sono stato frainteso»
Dopo le polemiche sul compleanno del n. 1 del Turismo. Voci sulla contrarietà di Emiliano. Il nodo dei regali da chi prende contributi
BARI - La festa dei cinquant’anni «con Iban» che il capo del dipartimento Turismo della Regione aveva organizzato per sabato a Martina Franca non si farà. Aldo Patruno l’ha annullata nel pomeriggio di ieri, con un messaggino su Whatsapp simile a quello con cui aveva diramato gli inviti (diverse centinaia) e in cui indicava «per semplificarvi la vita» anche i riferimenti per un regalo tramite bonifico.
«Mi era parso il modo più semplice e trasparente per tracciare i regali nella provenienza e nel valore - ha scritto Patruno nel messaggio di annullamento -. Ma la cosa ha assunto per i media un significato opposto». In verità non soltanto per i media. Domenica, quando la storia è diventata di pubblico dominio, il governatore Michele Emiliano è infatti apparso piuttosto contrariato. E non per la scelta di indicare l’Iban (ormai prassi comune per i matrimoni e per le feste), quando perché - secondo alcune ricostruzioni - tra gli invitati avrebbero potuto esserci anche i vertici delle aziende private che dal dipartimento di Patruno (cui fanno capo cultura e turismo) ricevono sovvenzioni. Emiliano da ex magistrato sa bene che la situazione di «commensale abituale» mette il dirigente pubblico in posizione di incompatibilità, e dunque Patruno sarebbe stato costretto ad astenersi dalle decisioni relative ai finanziamenti. Vero è anche che al dirigente regionale è permesso (per regolamento) accettare «regali d’uso» di valore inferiore ai 150 euro (quelli che superano la soglia vanno restituiti), tuttavia - è questo il punto nodale - può essere scivoloso classificare nella categoria «amici» anche i percettori di fondi pubblici. Ed è per questo che qualcuno, nell’entourage del presidente Emiliano, stava valutando di segnalare il caso all’Anticorruzione.
Patruno, funzionario dell’Agenzia del Demanio, nel 2015 si è candidato (non eletto) in una delle civiche di Emiliano, e subito dopo è stato nominato capo dipartimento in Regione (riconfermato nel 2020). Ieri alle 17,18 il manager ha risposto «nessun commento» alla richiesta della «Gazzetta». Dopodiché ha girato a tutti (anche a chi glielo aveva scritto...) il messaggino di richiesta di chiarimenti («Scriverò che il presidente ti chiede di annullare la festa, quindi mi sembrava opportuno chiederti qualcosa») e, pochi minuti dopo, ha inviato una lunga nota in cui ha annunciato l’annullamento.
«Un momento importante che avevo immaginato di festa per me e per i miei cari si è trasformato in una narrazione mediatica che snatura il senso del nostro incontro. Avevo indicato l’Iban in un messaggio privato rivolto solo ai miei amic*, perché mi era parso il modo più semplice e trasparente per tracciare i regali nella provenienza e nel valore», si è giustificato il manager. «Una ingenuità la mia commessa in assoluta buona fede - prosegue il messaggio -, per la quale mi scuso prima di tutto con ciascuno di voi. A causa dell’equivoco che si è determinato, preferisco non esporre voi, la mia famiglia e l’amministrazione alla quale appartengo ad ulteriori fastidi e imbarazzi e quindi ho deciso di annullare la festa». «Da 20 anni lavoro nelle istituzioni pubbliche con disciplina e onore, come sanno tutt* quell* che mi conoscono e non voglio consentire ulteriori dibattiti su un argomento che desideravo rimanesse privato. Vi ringrazio per i tanti messaggi di solidarietà e amicizia, vi saluto e vi abbraccio. Certo che vi saranno altre occasioni in cui condividere con gioia momenti di insostenibile spensieratezza».
La festa era in programma sabato alla masseria Mangiato di Martina Franca, un posto chic nel cuore della Valle d’Itria dove Patruno aveva dato appuntamento a molta gente (si è parlato di 800 invitati, ma la cifra non ha trovato riscontro). Una scelta assolutamente legittima, ma proprio la decisione di indicare l’Iban (oggetto domenica di un articolo del «Corriere del Mezzogiorno») ha innescato la polemica.