L'intervista

Caos Superbonus, pressing sul Governo: «Lo Stato garantisca per i crediti incagliati»

Marco Seclì

Pagano (Pd) attacca l’Esecutivo: «Vuole tradire i cittadini e spostare i soldi su altro»

Cantieri aperti e abbandonati, condomini che non hanno i soldi per portare a termine gli interventi, migliaia di imprese che rischiano il crac trascinando nel buco nero della disoccupazione centinaia di migliaia di lavoratori. È ancora caos sul Superbonus 110% dopo lo stop allo sconto in fattura e senza che alle viste spunti una soluzione concreta per i crediti incagliati.

Stime perfino prudenti dicono che sono arrivati alla somma-monstre di 30 miliardi di euro (700 milioni solo in Puglia), mentre le aziende edili che potrebbero saltare perché a corto di liquidità sarebbero 25mila e i dipendenti a rischio 135mila.

Un orizzonte nerissimo che stenta a rasserenarsi nonostante l’allarme che risuona ormai da mesi e le rassicurazioni del governo. Eppure una soluzione ci sarebbe. E la rilancia Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Pd e capogruppo del partito in Commissione bilancio. «Il governo - esorta - la smetta di perdere tempo e individui subito un ricettore pubblico di ultima istanza». Il parlamentare non indica chi dovrebbe assolvere al compito, ma in molti hanno già fatto il nome di Cassa depositi e prestiti per ricoprirlo e dare finalmente respiro alle imprese.

Del resto, la piattaforma di Enel X stenta a decollare, a quanto pare non sarà in funzione prima di settembre-ottobre. Opererebbe come una società con licenza bancaria, nel cui capitale possano entrare banche ma anche altri investitori, per rilevare i crediti fiscali dalle imprese edili e poi rivenderli ad altre aziende, che li acquisterebbero per compensare le imposte. «Quella “specie di piattaforma” come fu definita dallo stesso ministro Giorgetti non serve quasi a nulla - taglia corto Ubaldo Pagano - visto che a oggi opera solo per assorbire i crediti delle imprese che avevano già accordi quadro con Enel X. Una soluzione di nicchia - sostiene - considerato che interesserà al massimo 4-5 miliardi di euro su circa 30 miliardi di crediti totali».

Il deputato punta l’indice senza mezzi termini contro l’esecutivo, che «continua a dimostrarsi totalmente sordo al grido d’aiuto dell’intera filiera edilizia». «Dov’è finito - affonda il colpo - il sostegno promesso dalla destra alle imprese e agli imprenditori? Perché il Governo Meloni fa finta di non vedere i danni irreparabili che migliaia di famiglie, aziende e lavoratori dovranno pagare solo per essersi affidati a una misura prevista dallo Stato? Ma a crollare - avverte - non sarà non sarà il Superbonus voluto dai Governi di centrosinistra, ma la nostra economia».

Pagano difende i benefici generati dalla misura sull’economia del Paese ricordando i dati sul suo impatto certificati dall’Istat e smentisce anche che un motivo valido per affossarla siano state le truffe.

«Il dato fornito dalla Guardia di Finanza - ricorda - sgombra il campo da un'argomentazione utilizzata con insistenza per colpire questo strumento e dimostra come le regole introdotte per accedervi evitando truffe abbiano funzionato. Solo lo 0,3 per cento delle truffe in edilizia ha riguardato il Superbonus 110 per cento. Quindi 166 milioni dei 3,7 miliardi di sequestri effettuati».

Il sospetto di Pagano «è che in realtà il governo abbia stoppato la misura per guadagnare risorse da indirizzare su altro». «La destra ha prima creato una situazione di allarme, poi ha parlato di buco di bilancio che non esisteva, altrimenti la Ragioneria dello Stato non avrebbe dato il proprio assenso. Di fatto, in questo modo si assicura circa 20 miliardi di euro in termini di margini di deficit per il prossimo triennio da utilizzare per le proprie scelte. Ma così ha gettato nella disperazione imprese, lavoratori e famiglie».

Ecco perché Ubaldo Pagano (che il 3 luglio con il Pd incontrerà sulla questione una delegazione di imprese edili) ribadisce: «Il Governo individui subito un ricettore istituzionale di ultima istanza, cui potrebbe anche essere attribuito un aggio, per assorbire i crediti incagliati ed evitare un disastro sempre più vicino».

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