Agroalimentare
Puglia, l’olio della «Coratina» al top della classifica mondiale
Premiato come migliore tra gli extravergini dal celebre «Evooleum 2023». Cinque specialità dagli innesti della cultivar, sbarcata anche in Sudafrica
Brilla più che mai il prezioso «oro verde» pugliese che, nell’ambito di «Evooleum»» (il rinomato concorso internazionale per la qualità degli oli extravergini di oliva che seleziona i 100 migliori evo al mondo) ha fatto incetta di premi e riconoscimenti, decretando l’olio ricavato dalla cultivar «La Coratina» nella top ten.
Anche il miglior olio al mondo (quello che si è meritato il premio «Evooleum 2023 absolute best» assegnato da una prestigiosa giuria composta da 26 assaggiatori provenienti da 10 Paesi) è quello prodotto da un imprenditore minerario di successo nel cuore delle pittoresche montagne Swartberg di Southern Cape in Sudafrica ed è proveniente, anche in questo caso, da ulivi «Cultivar Coratina» innestati in Sudafrica.
Nell’esclusiva top ten di «Evooleum 2023» ci sono una serie di olii prodotti anche da aziende pugliesi (la «Sud Italia alimentari» dei fratelli Cassetta di Corato, l’«Azienda Agricola Sabino Leone» di Canosa di Puglia») e ottenuti dalla varietà autoctona di olive chiamata «coratina». Così come, oltre ai due oli pugliesi, altri tre tra i 10 migliori oli extra vergine di oliva nel mondo sono ottenuti dalla stessa oliva «coratina» che prende il suo nome dalla città di Corato, situata quasi nel cuore delle Murge baresi, territorio dominato da milioni di ulivi. La «coratina» (coltivata nell’agro a nord di Bari, in prevalenza fra Andria e Corato) è una varietà italiana ricca di profumi e sapori che valica i confini: un olio spagnolo di Terragona è il primo evo «coratino» prodotto fuori dall’Italia ed entrato nell’ Evooleum Top 10.
Gli olii in concorso, è bene precisare, sono passati al vaglio dei giurati in forma rigorosamente anonima: l'unico contatto è con il prodotto «nudo», in contenitori tutti uguali e senza etichette, per evitare qualsiasi forma di «influenza» sul giudizio.
«La notizia che la cultivar Coratina sia tre le prime cinque varietà di olive da olio più diffuse a livello mondiale non può che rendermi felice e orgoglioso, non solo da coratino, ma anche da presidente di Unapol, per aver da sempre creduto nella valorizzazione della stessa». A parlare è Tommaso Loiodice, presidente nazionale di Unapol (Unione nazionale associazioni produttori olivicoli) in questi giorni impegnato a «TuttoFood» Milano, la Fiera internazionale dell’agroalimentare. Allo stand dell’Unione Nazionale, ormai ribattezzato «Casa Unapol» quest’anno, oltre che di tutela, di sostenibilità e territorio con i tecnici che ogni anno selezionano e trasformano le pregiate varietà di olive italiane nel prezioso oro verde protagonista delle nostre tavole, si è parlato anche dei risultati ottenuti dall’olio pugliese all’«Evooleum Awards».
«I riconoscimenti ottenuti dalla varietà “Coratina” - aggiunge Loiodice - ci carica di ulteriore responsabilità: ora occorre fare comprendere ai consumatori che il suo gusto di "fruttato intenso" con spiccate punte di amaro e piccante è sinonimo della presenza di un elevato numero di polifenoli che ne elevano le potenzialità farmacologiche, e da coratino dico che occorre valorizzarne il ruolo di ambasciatrice di un territorio esteso che le ha dato la natalità rendendola regina incontrastata dell'olivicoltura vissuta su tutto quel territorio che partendo dalle pendici di Castel del Monte e sfiorando i confini del Parco dell'Alta Murgia sfocia nell'Adriatico».
Conosciuto per la sua piccantezza, grazie alle sue caratteristiche nutrizionali, l’olio extravergine d'oliva «Coratina» è riconosciuto come un elisir prezioso, tanto da volare anche nello spazio.
Un anno fa, infatti, una bottiglietta di evo «Coratina» è partita dal Kennedy space center in Florida, negli Stati Uniti, con la navicella di Space X per approdare nella stazione spaziale internazionale per la missione «Minerva» della quale fa parte l'astronauta italiana Samantha Cristoforetti.
L'Agenzia spaziale italiana ha stretto un accordo con il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, in collaborazione con Coldiretti e Unaprol, il consorzio olivicolo italiano.